Herbert Chapman

ChapmanMaledetta (dis) informazione. Fruga nel cestino dei rifiuti per costruire miti di panna montata e relega in un cassetto polveroso i giganti del passato. Quelli che hanno scritto la storia del football. Herbert Chapman era nato il 19 gennaio 1878 a Kiveton Park, un piccolo villaggio minerario al confine fra il South Yorkshire e il Nottinghamshire. Prima di diventare uno straordinario tecnico, fu un mediocre giocatore di pallone, una mezzala tracagnotta che non ebbe mai grande successo. Mai sentito parlare di Herbert Chapman? Questo gentleman inglese, classe 1878, aspetto austero ma bonario, può essere considerato uno dei pionieri dello sport più popolare. La sua intuizione più geniale fu il“Sistema”, detto anche Chapman system o WM, modulo di gioco leggendario, che vide il centromediano retrocedere sulla linea dei difensori. Contromisura studiata ad arte da Chapman (su consiglio dell’attaccante Charlie Buchan) per ovviare alla modifica della regola dell’offside che prevedeva  due e non più tre calciatori a tenere in gioco gli avversari. Chapman capì che occorreva rinforzare il reparto arretrato per non venire sepolti di reti dagli avversari. In pratica, inventò la figura dello stopper.

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Una delle tante innovazioni introdotte dall’ingegnere di Rotherham, il primo a puntare su rigorosi metodi d’allenamento, valorizzando il ruolo di preparatori atletici, fisioterapisti e massaggiatori. Arrivò ad Highbury nel 1925 e alla firma del contratto promise che in cinque anni quella mediocre squadra, che non aveva ancora alcun titolo in bacheca, sarebbe diventata una realtà vincente.

chapman_1Puntuale come una tassa il 26 aprile 1930 arriva il primo alloro. Wembley assiste al trionfo dei Gunners nella finale di F.A. Cup contro l’Huddersfield Town, l’ex squadra di Chapman, nella partita che cambiò il verso della storia dell’Arsenal.

Altre “creazioni” di Chapman? I numeri di maglia sulla schiena dei calciatori. Il 25 agosto 1928 l’Arsenal fu la prima squadra a giocare con i numeri sulle maglie, contro lo Sheffield Wednesday. La F.A. gli impose di usare casacche tradizionali, ma Chapman si prese una piccola rivincita facendo indossare le maglie numerate alla squadra riserve.  L’uso dei palloni bianchi ed il ricorso ai riflettori per le gare giocate in notturna. Propose di costruire impianti di illuminazione negli stadi per poter giocare partite notturne (allora anche le partite infrasettimanali, nei giorni lavorativi, si giocavano alle 15 con evidenti perdite ai botteghini), ma anche ciò non gli venne mai permesso. Suggerì di disegnare, dieci anni prima della sua effettiva adozione, il semicerchio a ridosso dell’area di rigore per delimitare la distanza a cui dovevano attenersi i giocatori prima della battuta del penalty.

Inoltre, nel 1933, alla vigilia di un Arsenal-Liverpool, Chapman diede una nuova impronta alle divise dei gunners: maniche bianche, così come i calzoncini, e una diversa tonalità di rosso. Novità che permise ai londinesi di “distinguersi” dalle altre squadre. Pensate che riuscì a convincere le autorità cittadine a cambiare il nome della fermata di Gillespie Road della metropolitana londinese, linea Piccadilly, in “Arsenal” come ulteriore lancio pubblicitario per la sua squadra e richiamo per tifosi e turisti, visto che i Gunners erano la squadra più famosa d’Europa.

chapman_3Formidabile stratega e motivatore, Chapman morì di polmonite fulminante il 6 Gennaio 1934, lasciando in eredità l’Arsenal più forte di sempre. Anche per questo i gunners gli hanno dedicato un busto in bronzo, originariamente collocato nel vecchio impianto di Highbury e che oggi troneggia all’interno dell’Emirates Stadium. Nel 2003 il suo nome è stato inserito nella hall fame del calcio inglese. La sua bacheca, ricca e prestigiosa, contiene 5 scudetti (3 con l’Huddersfield, 2 con l’Arsenal) e 2 Coppe d’Inghilterra (1 con l’Huddersfield, 1 con l’Arsenal). Nel 2004, a 70 anni dalla scomparsa, “The Times” l’ha incoronato miglior manager britannico di tutti i tempi. Ovunque si trovi in questo preciso momento, Herbert starà certamente parlando di tattica.

 

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