Melodramma sulle Dolomiti in un pomeriggio schizofrenico di metà luglio. Sono le 13.50 quando da Primiero piomba una notizia bomba. Antonio Cassano lascia il Verona e dà l’addio al calcio. Il fulmine si abbatte sul cielo fino a quel momento sereno del web. Arrivato appena otto giorni fa con la convinzione di poter dare ancora molto, una settimana di sudore e duro lavoro in ritiro gli avrebbe fatto deporre le armi e mollare tutto. “Mi manca troppo la mia famiglia” avrebbe confidato. La società incassa il colpo, tace e annuncia una conferenza stampa del giocatore per le ore 16.00.

Poi il clamoroso dietrofront.  Alle 16.00 Cassano si presenta in sala stampa a fianco di Filippo Fusco e comunica di essersi pentito e averci quindi ripensato. Si è trattato solo di un momento di debolezza, dettato da giorni di grande fatica cui non era più abituato dopo un anno e mezzo di forzato riposo. Decisivo il confronto con la società che ha fatto salire in ritiro la moglie del calciatore Carolina Marcialis con i figli. Tutto rientrato, si va avanti.  “Ringrazio il presidente e società che mi hanno detto di far venire la famiglia. La mia decisione di pancia era una “cazzata” clamorosa. Chiedo scusa ai tifosi, non sarei andato in nessuna altra squadra, avrei appeso gli scarpini al chiodo. Il presidente, il direttore Fusco e Fabio Pecchia hanno fatto un miracolo. Voglio fare una grande stagione”. Finta e controfinta. La piroetta ha spiazzato e preso tutti in contropiede.

Scanso agli equivoci; qui le cassanate del passato non c’entrano nulla. Oggi a Mezzano è andata in scena  quella commedia del pallone che il grande Eduardo non ha mai scritto. Ci mancava e ce la siamo confezionata. Detto, fatto. In verità sono cose che poco ci appassionano. Ci sta molto più a cuore che da qui in avanti le giravolte il maghetto Cassano le estragga dal cilindro in campo ai danni dei difensori delle squadre avversarie piuttosto che dei tifosi dell’Hellas. Loro lo hanno accolto con tanto affetto. Certe cose non le meritano. Avevamo scritto di avere molti dubbi sul suo conto, tranne uno. Vale a dire che non ci saremmo annoiati. Vero. Vero però che oggi non ci siamo affatto divertiti. Chiudiamola qui.

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