“Nanu” Galderisi, un grande piccolo attaccante
Memorabile la sua doppietta a Belgrado contro la Stella Rossa
Fin dalle giovanili con la Juventus Galderisi mostra tutto il suo talento, segnando oltre 200 gol con le varie rappresentative giovanili. Che gli valgono l’esordio nella massima serie già a 17 anni, contro il Perugia. Il boom però arriva l’anno successivo quando il piccolo attaccante di Salerno, da illustre sconosciuto, infila una tripletta che stende il Milan. E’ la stagione 81/82, la Juventus punta anche su Galderisi per cercare di vincere il campionato e lui ripaga con 6 reti in 424’ di gioco, dando alla squadra lo spunto decisivo nello sprint con la Fiorentina. Sembra il prodromo di una carriera folgorante ed invece “Nanu” si blocca. L’anno successivo solo 7 presenze con la Vecchia Signora prima del trasferimento nella città di Giulietta e Romeo, dove con il possente Elkjaer compone una coppia offensiva mai vista prima da quelle parti.
Verona Felix – E’ la svolta della sua carriera, appena arriva è subito protagonista. Attaccante agile e potente nello stesso tempo, capace di far male con entrambi i piedi e bravo anche in elevazione nonostante l’altezza, appena 1.70, da cui il soprannome “Nanu”. Nella prima stagione segna 7 reti, in quella successiva è ingranaggio irrinunciabile per Osvaldo Bagnoli. Bravissimo a sfruttare i varchi aperti dalla potenza di Elkjaer infila 11 palloni, castigando anche la sua ex Juventus e segnando contro l’Avellino, nel giorno della grande festa. La stagione dello scudetto 1984/85 rimane di gran lunga la migliore della sua carriera. L’anno successivo non segna molto, appena 6 reti, ma disputa un buon campionato guadagnandosi, insieme ai compagni Tricella e Di Gennaro, la maglia azzurra. Ai mondiali in Messico però delude, è il canto del cigno della favolosa squadra dell’82 e “Nanu” non riesce ad incidere. Chiuderà l’esperienza in azzurro con 10 “caps” ma senza lo straccio di una rete.
Flop Milan – L’estate gli porta una grande novità: saluta il Veneto per passare al Milan. Sembra perfetto per il nuovo Diavolo di Arrigo Sacchi ed invece non riesce ad entrare nei meccanismi di quella squadra che avrebbe incantato il mondo. Il risultato è deludente, solo 3 reti in 21 partite, che gli precludono la possibilità di partecipare al ciclo rossonero. La sua carriera si avvita, fa male alla Lazio in B, nonostante la promozione, ed anche il ritorno all’Hellas non paga più di tanto. 
Contribuisce con 4 centri in 28 match, pochi, all’undicesimo posto in campionato dell’Hellas, un piazzamento tutto sommato più che onorevole, considerato che si era al tramonto dell’era Bagnoli. E’ un precoce tramonto, solo parzialmente lenito da 7 buone stagioni nel Padova, 5 in B e 2 in serie A, condite da 49 reti complessive in 197 presenze. Chiude negli Stati Uniti, senza miracolo mostrare e dopo questa esperienza da giocatore collabora con Walter Zenga, allenatore dei New England Revolution. Rimane l’impressione di un giocatore che non ha saputo sfruttare a fondo le sue grandi qualità ma destinato a rimanere eternamente scolpito nella memoria dei tifosi veronesi. E’ a Verona che ha dato il meglio del suo repertorio ed alcune sue reti rappresentano un capitolo importante nella storia del glorioso club scaligero. Chi non ricorda la sua splendida doppietta a Belgrado in Coppa Uefa?
https://www.youtube.com/watch?v=IIOp2tL8Oa4
Allenatore – Appesi gli scarpini al classico chiodo il campano inizia la carriera di allenatore, senza troppi risultati a dir la verità. Fautore di una calcio sempre propenso all’offensiva, ai limiti della spregiudicatezza paga talvolta il suo carattere poco incline ai compromessi, costatogli qualche esonero di troppo. In questa stagione guida, per il secondo anno consecutivo, la Lucchese in Lega Pro.
