Lo sguardo pensoso, il naso arcuato, il cappello da turnista e il paltò quando fa freddo, la camicia e i pantaloni comodi di cavallo in primavera, le braghe corte d’estate. Osvaldo Bagnoli è stato tra i più geniali allenatori italiani del secondo dopoguerra. Ha segnato un’epopea con il Verona, trasformato da squadra di provincia sospesa tra la B e la A in formazione capace di vincere un leggendario scudetto, di raggiungere due finali di Coppa Italia e di raggiungere i quarti di Coppa Uefa. Ha portato in Europa il Genoa, con cui ha vinto ad Anfield Road con il Liverpool, e all’Inter ha compiuto una rimonta sbalorditiva, arrivando a insidiare il successo in campionato di un Milan che pareva invincibile. Gianni Brera, solenne cantore prima ancora che sontuoso giornalista, lo chiamava Schopenhauer, come il grande filosofo tedesco, per quella sua espressione sempre riflessiva. Ha colto promozioni a Fano e a Cesena, ha esaltato giocatori che con lui hanno incantato e che raccontano, in “Il miracoliere”, la grandezza dell’uomo insieme a quella del tecnico. Un gran bel libro scritto da Matteo Fontana, firma del Corriere di Verona e della Gazzetta dello Sport. Prefazione di Roberto Beccantini. Editore Eclettica.