Finisce con un pareggio a reti bianche. Tutto sommato giusto così. Un tempo per ciascuno è la sintesi di una partita che, qualche fiammata parte, non ha detto molto. Meglio il Chievo nel primo tempo quando ha a lungo condotto la gara e con Birsa ha avuto la grande occasione per sbloccarla dal dischetto. Purtroppo l’errore del trequartista sloveno ha inciso parecchio sul proseguo del match. Nella ripresa, complice il calo fisico degli uomini di Maran, è stato il Genoa a prendere campo: buon per il Chievo che la palla calciata da Ninkovic si è stampata sul palo. La partita sta tutta in questi due episodi. Il pareggio ci pare la più logica della conclusioni. Un punticino a testa, che non fa male a nessuno: più di ogni altra cosa forse stasera contava soprattutto questo. Domenica si va a Palermo in casa dell’ex Eugenio Corini.

LA PARTITA – Pochi intimi per questo Chievo-Genoa, freddo aperitivo del lunedì sera del pallone.  Le due squadre, divise da un solo punto, giungono a questa sfida con umori opposti: il Genoa reduce dallo straripante successo sulla Juve, cerca d’invertire una rotta non proprio brillante lontano da Marassi; il Chievo non vede l’ora di lasciarsi alle spalle le scorie e la rabbia della partita di Torino. Maran manda in campo Frey al posto dello squalificato Cacciatore e dà fiducia a De Guzman dopo la buona prova fornita a Torino; in avanti spazio a Meggiorini e Inglese, quest’ultimo carico dopo aver fatto centro tre volte nelle ultime due gare. Juric schiera i suoi con un 3-4-2-1; indisponibile Pavoletti, occhio in attacco Simeone, osservato speciale con il morale alle stelle dopo la doppietta alla Juve.  Il ragazzo  è  supportato  da Pandev e Luca Rigoni, 174 presenze con la maglia del Chievo dal  2008 al 2014, grande ex della serata al quale la curva clivense non riserva però complimenti.

Buona partenza del Genoa che ama esprimersi su alte frequenze e repentine accelerazioni. Il Chievo se ne sta attento a non prestare il fianco e agisce su cadenze decisamente più compassate in fase di possesso. Bisogna attendere quasi venti minuti per il primo squillo: lo suona la banda di Maran al 19′ quando De Guzman serve in verticale Inglese, lesto a girarsi e a battere a rete con Perin pronto a distendersi sulla sua destra a deviare. Pronta risposta del Genoa con una conclusione da buona posizione di Fiamozzi che spara però alle stelle. La partita dopo una prima classica fase di studio si accende e scalda gli animi dei pochi coraggiosi a sfidare il freddo del Bentegodi. Il Chievo  acquista aggressività e mostra un atteggiamento volitivo, come richiesto da Maran alla vigilia. I gialloblù della diga premono e costringono il Genoa a rintanarsi. Al 32′  tutti in piedi ad applaudire Meggiorini autore di una sforbiciata che scheggia la traversa. Passano tre minuti e il “Meggio” sfugge in area a Munoz che gli frana addosso, rigore ineccepibile. Dal dischetto va Birsa che spedisce malamente in curva. Scampato il pericolo, il Genoa alleggerisce la pressione al 39′ con Rigoni che crossa  per Simeone, anticipato per un nulla da Frey. Allo scadere Russo fischia a Meggiorini un fallo inesistente su Pandev con tanto di giallo. Il primo tempo si chiude qui tra le proteste del pubblico e il rammarico per l’occasione sprecata da Birsa dagli undici metri. Il Genoa ha fatto oggettivamente troppo poco per meritare di più.

Spazio nell’intervallo all’amarcord e alla standing ovation riservata a 43 glorie che hanno fatto la storia del Chievo Verona e che nel pomeriggio si sono esibite in una passerella col pallone al Bottagisio. Alla ripresa, Juric cambia Veloso con Cofie. Dopo cinque minuti una deviazione di Gamberini su cross dalla destra di Izzo, costringe Sorrentino a smanacciare in volo sopra la traversa. Juric richiama uno spento Pandev per Ninkovic. il Chievo riprende a macinare: al 59′ quando  a conclusione  di un insistita azione corale Frey fa partire dalla destra uno spiovente sul quale sale in sospensione Meggiorini, ma la sua capocciata finisce abbondantemente alta. Maran decide di cambiare il tandem offensivo, e nel giro di pochi minuti richiama Inglese e Meggiorini puntando su Pellissier e Floro Flores. Tuttavia è il Genoa  a farsi nuovamente pericoloso con uno spiovente velenoso di Lazovic deviato ancora una volta in volo da Sorrentino. Insistono gli ospiti e al 71′ costruiscono la miglior occasione della serata quando dal vertice sinistro dell’area Ninkovic calcia a giro d’interno destro, la palla questa volta scavalca Sorrentino, ma per fortuna del Chievo incoccia sul palo. Nel secondo tempo, il Genoa ha decisamente mutato il suo atteggiamento: ora i sono rossoblù a spingere con più insistenza costringendo il Chievo, che paga un po’ di stanchezza, a contenere. Se ne accorge Maran che al 73′ richiama Birsa inserendo il convalescente Hetemaj. Il finale è tutto degli ospiti alla ricerca del colpaccio. All’84’ Juric si gioca l’ultimo cambio sostituendo Simeone con Gakpè. Russo chiama quattro minuti di recupero. Non succede più nulla: Chievo-Genoa si chiude con uno salomonico punto a testa che sotto sotto accontenta tutti.

Maran l’ha vista così: “La prestazione mi è piaciuta. Nel primo tempo abbiamo avuto occasioni limpide, rigore compreso. Nel secondo tempo abbiamo sofferto un po’, ma al di là del tiro di Ninkovic sul palo, non abbiamo sofferto più di tanto. Se una squadra meritava di vincere, questa secondo me era il Chievo. Prendiamoci questo punto e andiamo avanti.”.

TABELLINO:

Chievo-Genoa 0-0

CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino; Frey, Dainelli, Gamberini, Gobbi; De Guzman, Radovanic, Castro; Birsa (73′ Hetemaj); Inglese (63′ Pellissier), Meggiorini (69′ Floro Flores). All. Maran.

GENOA (3-4-3): Perin; Izzo, Burdisso, Munoz; Lazovic, Rincon, Veloso (45′ Cofie), Rigoni; Fiamozzi, Pandev (56′ Ninkovic), Simeone (85′ Gapke). All. Juric.

Arbitro: Russo di Avellino

Ammoniti: 45′ Meggiorini (CV); 46′ Munoz (G); 61′ Rigoni (G); 73′ Hetemaj (CV)

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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