Il bomber Just

Storie di un football romantico ormai triturato dal business. Storie come quella di Just Fontaine, rimasto senza “attrezzi” alla vigilia del Mondiale svedese. All’epoca non c’erano sponsor e i calciatori dovevano farsi bastare le due paia di scarpe fornite dalla federazione. Solo che quelle di Fontaine erano rotte, così, per scendere in campo, Just fu costretto a farsi prestare i “ferri” del mestiere dal compagno di squadra, Stephane Bruey, stesso numero di piede del centravanti del Reims. Morale della favola, nessuno ha segnato più reti di Just Fontaine in una singola edizione del torneo, 13. All’impensabile media di oltre 2 goal a partita. Un bottino da mille e una notte, in gran parte oscurato dalle funamboliche gesta della premiata ditta Didi-Vavà-Pelè. Centravanti esemplare sotto tutti i punti di vista, Fontaine componeva con Kopa e  Piantoni, un trio di altissimo profilo. Kopa, con le sue giocate strabilianti, creava la superiorità numerica, per poi servire su un vassoio dorato stuzzicanti tartine ai due ingordi attaccanti. Oltre al primato che perdura da ben 56 anni, Just può esibire un’altra gemma, ugualmente significativa: con il brasiliano Jarzinho è l’unico calciatore ad aver segnato almeno una rete in tutte le partite di un Mondiale. Arrivato al Reims per sostituire Kopa, passato al Real Madrid, Fontaine vinse anche il titolo di capocannoniere della Coppa Campioni 1958/59, portando di forza in finale la sua squadra. La sua inarrestabile ascesa (3 scudetti e 2 volte bomber della Ligue 1) venne stoppata nel Marzo del 1960 da un difensore del Sochaux: doppia frattura di tibia e perone e fine delle trasmissioni. Just sarà costretto a chiudere l’attività agonistica nel 1962, a soli 29 anni. Epilogo crudele per uno dei centravanti più completi di tutti i tempi.

Tratto dal libro di Renato La Monica “World Cup Story”, Curcio editore

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