Joe Jordan, lo Squalo senza denti

Il 1981 è l’anno delle nozze tra il Principe Carlo d’Inghilterra e l’indimenticata Lady Diana ma in Italia l’attenzione è tutta per la riapertura delle frontiere. Il Milan, reduce dal purgatorio della cadetteria, è tornato nell’Olimpo del calcio italiano e cerca una stella di prima grandezza  per  il suo attacco. La scelta cade su un classico centravanti all’inglese, lo scozzese Joe Jordan, fortissimo di testa e dai gomiti acuminati. Le credenziali sono di tutto rispetto, a partire dal costo. Jordan_Milan_2700 milioni di vecchie lire vanno al Manchester United, 500 al calciatore, famoso per la sua attitudine di lottatore. Ma ancor più per il suo “sorriso”: qualche anno prima, quando giocava nel Leeds, la squadra dove ha dichiarato di aver vissuto i momenti più belli della sua carriera, in allenamento viene centrato da un calcione di un compagno e perde i due incisivi superiori. Per questo lo chiamano “ Lo squalo”. Fuori dal campo ha un aspetto “normale”, grazie ad una protesi, a cui però rinuncia quando gioca a calcio e quando apre bocca quella piccola voragine gli conferisce un aspetto truce e intimidatorio. Forse non la usa proprio per impressionare i difensori. “The shark” è uno che segna relativamente poco ma in campo regala alla sua squadra ogni stilla di energia. Nel Leeds giocherà da protagonista, la sua migliore stagione, nel 73/74, contribuendo alla vittoria del titolo ed entrando nei cuori dei tifosi.  Passa al Manchester United nel gennaio del 78 e anche qui, dopo un’annata di assestamento, ritorna ai suoi massimi livelli conquistando la stima dei tifosi che alla notizia del trasferimento al Milan insorgono per protestare contro la cessione del loro centravanti. All’arrivo a Linate lo aspettano altri tifosi adoranti, che vedono in lui il grimaldello per scardinare le difese avversarie.  Lui ci scherza su  dicendo “Azzannerò l’Inter” ed invece è un flop clamoroso, come accaduto per tanti attaccanti britannici in Italia, Greaves negli anni 60’,  Rush, Blisset, Hateley, a metà degli anni 80’, e Gascoigne dal 92’ al 95’. Nella sua prima stagione segna la miseria di due reti, a Como e Cesena. 350 milioni di lire a bersaglio, oltretutto inutili perché il Milan, incredibile ma vero, retrocede in Serie B, stavolta sul campo. Al termine del suo pessimo campionato gioca il terzo mondiale, quello in Spagna vinto dagli azzurri, chiudendo l’esperienza con la Scozia a quota 52 caps, e 10 reti. Nonostante il flop rimane al Milan, tanto poté il milionario contratto firmato appena 12 mesi prima. In cadetteria qualche rete arriva, 10 in totale, con annesso pronto ritorno in A. Jordanverona_5E qui entra il gioco il Verona. In Veneto pensano a lui come perfetto partner per lo sgusciante “Nanu” Galderisi ed il rapido Iorio, non certo due marcantoni delle aree di rigore. Sulla carta l’idea è super, in pratica, lasciamo perdere. Parte da titolare, ma alcuni acciacchi fisici e le opache prestazioni lo confinano in panchina convincendo Bagnoli a proporre la strana coppia, poco prestante ma agile e veloce, Iorio-Galderisi Eppure, in un intervista, Bagnoli lo ricorderà come un professionista serissimo, e fondamentale per il clima e l’unione dello spogliatoio ma sfortunato quell’anno per alcuni infortuni. Jordan-verona_2Lo “Squalo” gioca la miseria di 12 partite in campionato e 12 tra Coppa Italia e Coppa Uefa su 47, segnando solo 2 reti. Rendimento da “pacco” e come tale viene rispedito al mittente dove chiude la carriera con Southampton e Bristol City. Con i “Robins” inizia la sua carriera di allenatore che si sviluppa con Huddersfield, Portsmouth, da secondo di Herry Redknapp, e Tottenham, sempre come vice. Con gli “Spurs” ritrova il Milan, negli ottavi della Champions 2010/2011. Sente la sfida, vorrebbe fare bene ed invece non è proprio così. Ne esce un incontro ravvicinato con Rino Gattuso che lo zittisce prima con una manata, in partita, e poi, negli spogliatoi, con una testata. Lo “Squalo” affondato…

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