Si riparte finalmente. Archiviata la sosta, sabato pomeriggio il Verona scende a Latina da capolista. Fabio Pecchia così presenta la gara del Francioni, stadio che lo vide sulla panchina agropontina nel campionato  di Lega Pro 2012-2013. Quell’esperienza si chiuse con l’esonero nonostante la squadra fosse al terzo posto in classifica (26 partite: 13 vittorie; 8 pareggi; 5 sconfitte) .

«In molti parlano dell’inizio di un nuovo campionato, voglio affrontarlo per quello che è: un girone di ritorno con squadre rinnovate. Da dove ripartire? Mi piace insistere sulle cose buone che sappiano fare: recuperare palla, pressare, giocare. Continuiamo a lavorare su queste situazioni e aumentiamo l’entusiasmo, questi mesi ci sono serviti per crescere. Il Latina ha numeri importanti, loro sono una squadra valida. Dovremo fare una grandissima prestazione, l’approccio sarà determinante. Troveremo un bel campo che permette di giocare bene a calcio. Tornare al ‘Francioni’? Penso solo alla partita da giocare. Cosa è cambiato rispetto ai primi giorni? All’inizio tutti speravano che potessimo fare qualcosa di importante, abbiamo fatto un girone d’andata che ci ha dato tante indicazioni. Ora il gruppo è più maturo, coeso e consapevole: questo ci permetterà di affrontare il girone di ritorno con maggior fiducia. Il Verona è cresciuto tanto grazie a vittorie e batoste. Poca concretezza? Creiamo molto e questo mi fa tanto piacere, però bisogna avere ancora più voglia di vincere. Possiamo anche contare sui tiri dalla distanza. Dobbiamo insistere sulla decisione, sui tempi di inserimento e sulla giusta cattiveria per fare gol».

«Gli infortunati? Ci sono quasi tutti, Caracciolo già qualche giorno lavora con il gruppo. Ganz ha preso un colpo che non gli ha permesso di allenarsi con regolarità, ma non è nulla di grave. La squalifica di Fossati? Troverò qualcuno che lo sostituisca. Chiaramente Marco ha caratteristiche diverse da altri, possiamo adottare diverse soluzioni, vedremo. Bruno Zuculini già a disposizione? Lo sarà quando si risolverà l’iter burocratico. Sta bene, è in buona condizione fisica. Ha caratteristiche diverse rispetto al fratello, è un mediano incontrista che non disdegna il gioco, con lui abbiamo un reparto ben assortito perché ci permette di ruotare un centrocampo a due. Boldor? Deve continuare a lavorare, è un professionista e ha molta qualità. L’inserimento dei giovani? E’ una forma di fiducia reciproca, bisogna continuare a lavorare e valutare il momento giusto per inserirsi all’interno di una questione di rapporto di squadra. Preferisco dare il tempo giusto per un inserimento graduale, li vedo ogni giorno e valuto atteggiamento e comportamento. Gomez? Si sta allenando con continuità e deve trovarla anche in gara. E’ molto importante perché ci permette di variare modulo».

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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