In attesa che il mercato decolli, è giunta la conferma di una notizia che da giorni era nell’aria. Ora l’addio di Luca Toni al Verona è ufficiale. Lo ha reso noto la società con un comunicato. Queste le parole del Presidente Setti: «Sei stato un campione sul campo, che ha meritato di entrare nella storia di questo club, questo dicono i numeri. Sei un amico, una persona con dei valori importanti».

Dopo tre stagioni alla guida dell’attacco del Verona contraddistinte da 51 gol e un titolo di capocannoniere, Toni ha trascorso la scorsa stagione da apprendista dirigente indossando con eleganza l’abito di uomo di fiducia a fianco del presidente Setti. Frequentato il corso di Coverciano e ottenuto lo scorso novembre il patentino di Direttore Sportivo, l’ex campione de mondo non aveva nascosto le proprie ambizioni volte a un persorso professionale dietro la scrivania. Qui sta il punto. La società di Via Belgio un direttore sportivo ce l’ha, ed è pure bravo, serio, esperto e navigato. La promozione ha rafforzato la figura di Filippo Fusco, che la scorsa estate e in inverno ha ben lavorato sia in operazioni di entrata che di uscita, centrando gli obiettivi. Con il ds saldamente in sella e in sintonia con Fabio Pecchia con il quale condivide le scelte tecniche, le porte degli uffici si sono automaticamte chiuse per le aspirazioni di Toni, che intelligentemente ha compreso di dover andare a maturarle altrove. Lo ha fatto in silenzio, da signore qual’è. Oltre un anno di apprendistato non era possibile andare. La società gli ha dato un’opportunità che gli verrà sicuramente utile, ma semplicemente non c’era più lo spazio per proseguire e crescere. Il rischio di trovarsi due galli in un pollaio era in agguato dietro l’angolo. E’ stato scongiurato. Auguriamo a Toni ogni fortuna perchè è un uomo serio e onesto, virtù nel calcio odierno non da poco. Avrà occasione di dimostrare altrove le sue capacità. Chissà che magari un giorno, con un bagaglio di esperienza in più, non possa tornare. In quel caso, l’addio sarà solo un arrivederci.

Dispiace di più l’epurazione che ha fatto piazza pulita del settore giovanile che pure tanto bene aveva fatto in questi anni. Lo scorso anno era toccato a Calvetti, quest’anno fanno fagotto Pavanel, Filippini, e pure quella buon anima di Franco Bergamaschi. E’ arrivato come nuovo responsabile Massimo Margiotta, cui va il nostro augurio di buon lavoro. Non conosciamo al momento i motivi della rivoluzione in atto. Attendiamo delucidazioni. La buttiamo lì. Forse si cerca di creare maggior sintonia e stringere le maglie della rete di collaborazione con Filippo Fusco, le cui credenziali e quotazioni in seno alla società nelle ultime settimane sono salite molto.  Così fosse, non ci scandalizziamo. Del resto l’uomo forte è lui. Secondo una prassi tutta italiana cui siamo infatti da sempre avvezzi, in politica il partito più forte piazza i propri uomini di fiducia nel cda Rai o a livello locale nelle municipalizzate. Qui il concetto sembra essere il medesimo. Spiace che nel giro di valzer, sia stata calpestata una bandiera gialloblù come Franco Bergamaschi. Segnale, semmai ce ne fosse bisogno,  che nel calcio moderno il romanticismo non sia un valore aggiunto, ma una corrente di pensiero vecchia e superata. Sarà, ma noi continueremo con ostinazione a salire regolarmente in soffitta a rispolverarlo. La storia è fatta di cicli. Prima o poi tornerà buono.

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