I mugugni ci possono stare, i processi dopo appena tre partite, no. All’indomani della caduta a Benevento abbiamo letto e sentito di tutto. Le Cassandre sono uscite allo scoperto: Pecchia di qua, Pecchia di là…squadra senza attributi e via così. Ai vecchi tempi i conti si facevano a tempo debito con la biro sulla carta del pane. Ci troviamo all’inizio di settembre a discutere di una storia che vedrà il suo epilogo a fine maggio del prossimo anno. Un po’ prestino per trarre conclusioni, stilare giudizi, e prevedere bui orizzonti. Non vi pare?
Il Verona è forte, su questo non ci sono dubbi. La rosa è molto competitiva con giocatori di livello superiore alla media della cadetteria. Ha tuttavia cambiato molto, compreso l’allenatore, uomo intelligente e professionista serio, ma alla sua prima panchina vera dopo tre anni di apprendistato a fianco di Rafa Benitez. Il campionato di B è una rogna maledetta. E’ polvere da ingoiare, sudore e lacrime da versare, madonne da imprecare: diamogli tempo. Nella conferenza stampa del dopopartita il primo a essere molto amareggiato era proprio Fabio Pecchia: ha chiesto ai suoi maggior concretezza. Buon segno. Significa che il mister è consapevole che con gli eccessi di spagnolismo non si va lontano. Nei suoi trascorsi a Napoli, Benitez ha vinto qualche bella partita con le grandi ma le ha regolarmente beccate in provincia, laddove si fanno i punti per vincere i campionati. Questo è il calcio italiano. Pecchia lo sa bene e crediamo abbia capito la lezione.
Dopo le eclissi del Viva el Parroco, il 4-5-1 sotto il vestito del 4-3-3, il Verona ha ritrovato una sua idea di come fare calcio: piaccia o meno (de gustibus…), ce l’ha. Gioca bene, fin troppo per la categoria. Questo è il nocciolo. Gli avversari si chiudono e lo aspettano per infilzarlo in contropiede e lanciare palle lunghe a scavalcare il centrocampo. Abbiamo qualità, ma servono maggior umiltà e attenzione. Quando la squadra imparerà ad essere, oltre che bella, anche un po’ più “sporca e cattiva”, metterà a frutto il suo potenziale.
Nella stagione 1981/82 Bagnoli perse la prima partita del campionato di B a Cava dei Tirreni. Furono mugugni e Cassandre anche allora. Corsi e ricorsi: maledetta Campania verrebbe da dire…! Poi Il Miracoliere centrò in perfetta media inglese la promozione: il suo Verona vinceva in casa e non perdeva fuori, rinunciando spesso all’estetica. Uno sguardo al passato spesso aiuta…Siamo appena alla terza giornata. Per la biro e la carta del pane c’è tempo. Intanto sabato contro l’Avellino prendiamoci tre punti con buona pace delle Cassandre. Tanto quelle, si sa…ci faranno compagnia tutto l’anno.