Fabio Pecchia mette fuoco la partita di domani a La Spezia, trasferta che inevitabilmente evoca amari ricordi. Tanti anni sono ormai trascorsi dal quel maledetto 15 giugno del 2007 che segnò il punto più basso della gloriosa storia dell’Hellas. Il passato è passato ma nessuno dimentica…
«Lo Spezia evoca ricordi particolari. Noi pensiamo al presente perchè le squadre sono diverse da quanto è successo anni fa. Da anni hanno un ruolo importante in Serie B, sempre costruito per raggiungere i primi posti. Di Carlo è un allenatore esperto, lì da un anno, che lavora bene. Hanno esperienza, velocità, gioventù, un tifo che spinge e un campo impegnativo. Il terreno di gioco è un misto sintetico molto particolare, veloce, che condiziona la gara, e in casa hanno perso una volta sola. Nené? Forte, ma anche Granoche non mi sembra un attaccante di primo pelo, quindi al di là delle assenze sono forti e competitivi. Cercheranno di fare la loro gara, non è una squadra che specula, proveranno a giocare. Il pubblico è molto caldo, voglio che i miei riescano a fare la loro prestazione a prescindere, come è stato finora».
«Abbiamo recuperato quasi tutti, sono contento, resta a casa solo Juanito perché sta ancora recuperando. Già dalla settimana prossima penso si allenerà sempre con il gruppo. Bianchetti ha giocato sempre, ma Caracciolo e Cherubin hanno già fatto partite insieme, daranno il loro contributo. Finora Bianchetti ha fatto una grande stagione, ma sono convinto che i sostituti faranno una grande prestazione. Abbiamo smaltito bene durante la settimana, mi fa piacere non aver avuto complicazioni o infortuni nonostante le tante partite, dispiace solo per la squalifica di Bianchetti. Non svelo l’undici di partenza perché tutti si sentano potenziali titolari, ho una squadra di grandi professionisti e tutti meriterebbero di giocare. Le scelte le faccio all’ultimo perché tutti meriterebbero di giocare. Mi piace gestire 24 giocatori, non solo 11».
«Verona di Pecchia? Io faccio parte di un grande ingranaggio, il Verona non è mio ma del club, della città, della tifoseria, io cerco solo di dare il mio contributo come allenatore. Ogni settimana ci aspetta un esame, pensiamo sempre al miglioramento di partita in partita, ad aumentare l’attenzione, la voglia di sacrificarsi ed essere umili. Più passa il tempo e più gli impegni diventano difficili. Antistadio? Vogliamo stringere il rapporto con la tifoseria, voglio che la gente sia fiera di come gioca il Verona e di come scende in campo. Bellissima emozione, un’iniziativa che sono sicuro vorremo ripetere».