Che brutta giornata. Ma quanto è lontana la notte di Cesena…! Sui quattro anni di Luca Toni a Verona il sipario è calato stamattina in una saletta di un albergo di charme che di Gentleman, oggi ha avuto solo il nome. Più che al Gentleman of Verona, sembrava di essere infatti ospiti del Poison of Verona. Non ce ne vogliano i proprietari. La residenza è bellissima ma, amara ironia della sorte,  mai come oggi la denominazione è apparsa tanto inappropriata.

Entriamo nello specifico. Francamente non abbiamo mai capito che ruolo avesse Luca Toni in società. Oggi almeno tutto è più chiaro. Semplicemente non ne aveva. Stava a braccetto di Setti ma si muoveva in una terra di nessuno. Un po’ qua, un po’ là. Era un po’ tutto e niente, nè carne nè pesce si diceva una volta. Ci chiediamo: era una figura di rappresentanza? Un sottosegretario? Oppure un ministro senza portafoglio (Dio ce ne scampi: “Ciò, sperèmo dè nò,…!!!” Avrebbe borbottato il Paròn Rocco)…?

Dava consigli, ci dicono. Rimaniamo basiti. Spiegateci che razza di consigli potesse mai dare uno che stava lì per imparare un nuovo mestiere con lo status di apprendista. Si è così conclusa una vicenda che è naufragata per aver infranto il fondamentale principio di ogni regola di management, ovvero la chiarezza.

La responsabilità non è nè di Fusco (il DS è lui e non lo esercita in condominio) nè ovviamente di Toni (trattato come una coccarda da esibire davanti alle telecamere delle  pay tv), ma di chi ha creato un inutile e spiacevole pasticcio, salvo poi lavarsene pilatescamente le mani. “Parlane con Fusco” ha detto Setti a Toni. Poi son arrivate le picche. Fine della storia e tanti saluti. Pardòn, tanti veleni.  Rimane una brutta figura di cui non c’era assolutamente bisogno e che ci si poteva tranquillamente risparmiare. Peccato.

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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