Volendo valorizzare il calcio nostrano e soprattutto incrementare il livello delle varie formazioni nazionali bisognerebbe introdurre un tetto massimo all’utilizzo di giocatrici straniere; attualmente esiste una limitazione che, a mio parere, è un po’ troppo leggera; credo che tra le 11 che scendono in campo la maggioranza dovrebbe sempre essere Italiana. Ci sono voci circolanti che le calciatrici straniere siano più professionali, più abituate a lavorare sodo e con meno pretese economiche e quindi può avere una logica l’inserimento di queste ragazze, utili a generare una sana concorrenza ed un salto di qualità a quelle prodotte dallo Stivale. Bisogna tener conto però che fino a poco tempo fa le nostre calciatrici dovevano anche occuparsi d’altro, mentre per le straniere si trattava di una vero e proprio lavoro.

Per quanto è dato sapere allo stato attuale, andando ad analizzare la situazione delle rose del nostro campionato, vediamo ancora una volta come alcuni clubs abbiano fatto un massiccio ricorso all’utilizzo di giocatrici straniere (Fiorentina, Juventus, Milan e soprattutto Napoli) ed altri invece più tradizionalisti (Verona, Empoli e San Marino in primis) abbiano ricorso con più misura al mercato d’oltralpe. Per il momento il Verona di Pachera è sicuramente un Made in Italy con la possibilità di disporre di solo due straniere: la croata Jelencic e la polacca Solow, mentre il Napoli avrebbe teoricamente la possibilità di schierare un 11 completamente  importato, infatti il pot-pourri azzurro è composta da: due inglesi, due francesi e poi una tedesca, un’americana, una greca, una svedese, un’olandese, una colombiana, un’estone, una guatemalteca ed una brasiliana. Al momento sono 59 le straniere presenti nelle rose delle squadre italiane, ma ovviamente questo numero è destinato a salire esponenzialmente soprattutto nel corso del mercato invernale anche in considerazione dell’escalation verificatasi nel corso degli anni precedenti (vedi tabella).

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