Davvero una brutta serata al Bentegodi dove il Verona cade per un rigore concesso da Nasca e trasformato dal “Diablo” Granoche. Era un ‘occasione d’oro, è finita in una doccia gelida. Al di là di un arbitraggio molto discutibile (c’era un rigore anche per il Verona per un fallo di mano di Sciaudone nel primo tempo), va detto che lo Spezia non ha rubato nulla; semmai è la squadra di Pecchia a non aver convinto. I gialloblù mai sono riusciti a trovare le cadenze e le distanze giuste per imporre il proprio timbro sulla gara. Prestazione sottotono quindi, ma soprattutto inattesa dopo il promettente successo di Trapani sabato scorso. Un passo, anzi tre, indietro sotto ogni punto di vista. Il gioco ha latitato e nemmeno la condizione fisica di una squadra palesemente in affanno nel finale ha fornito indicazioni incoraggianti. In classifica il Verona scivola ora a -3 dalla coppia di testa Spal-Frosinone, quando tutti speravamo fosse lì in loro compagnia. Parafrasando il vecchio Ginettaccio, “qui l’è tutto da rifare” verrebbe da dire. Possibilmente già da lunedì sera a Novara, aggiungiamo pure.

LA PARTITA – In tredicimila al Bentegodi dove il Verona rinfrancato dal convincente successo di Trapani vuole proseguire la scalata alla vetta sfruttando il pareggio interno del Frosinone ieri sera in casa con l’Avellino. Pecchia riparte dal 3-5-2 con Pisano, Bianchetti e Ferrari a comporre la linea di difesa; Bruno Zuculini mediano, Valoti e Bessa mezzali con Romulo e Souprayen esterni; in avanti Siligardi affianca Pazzini. Nello Spezia che insegue la zona Playoff, speculare il modulo di Di Carlo che propone Granoche e Piccolo coppia d’attacco.

Dopo appena tre minuti Valoti dalla destra mette un pallone invitante al centro dell’area dove stacca alto Pazzini ma non ci arriva per un soffio. La squadra di Pecchia manovra con ordine per poi provare a partire con improvvise triangolazioni e accelerazioni verso la profondità. Attenta la formazione spezzina che a centrocampo pressa alto con Maggiore impegnato in marcatura stretta su Zuculini. Le insidie maggiori vengono dalla corsia esterna di destra dove Romulo appare particolarmente voglioso al rientro dopo la squalifica. Che fosse una gara difficile lo si sapeva: infatti il primo grande pericolo della serata lo corre proprio il Verona al 14′ quando Granoche scatta sul filo del fuorigioco ma dal limite dell’area batte sul fondo, brividi. Il Verona riprende l’iniziativa ma la disposizione accorta degli uomini di Di Carlo rende le operazioni difficili. Ne scaturisce cha la partita è bloccata e stenta a decollare. Pecchia cambia e si mette a 4-1-3-2 con Zuculini basso dietro alla linea composta da Romulo, Bessa e Valoti, ma è ancora lo Spezia a farsi minaccioso con Maggiore il cui destro da ottima posizione è deviata in tuffo da Nicolas.  Al 38′ il Verona avrebbe una buona chance ma Bessa e Siligardi si ostacolano al momento di concludere. Grandi proteste allo scadere di tempo: Sciaudone colpisce nettamente il pallone in area con un braccio, ma Nasca vede una fantasmagorica spinta i suoi danni e fischia una punizione contro il Verona che manda il pubblico su tutte le furie. Le squadre vanno così negli spogliatoi tra le ire dei tifosi gialloblù che rivolgono non certo carinerie all’arbitro di Bari. Primo tempo grigio, anche se bisogna riconoscere che è stato lo Spezia ad avere le migliori occasioni per sbloccare la gara.

Apertura di tempo da brividi per l’Hellas che su una ripartenza dei liguri rischia seriamente di capitolare, ma Piccolo per fortuna calcia malamente a lato. Al 9′ finalmente la squadra di Pecchia confeziona una pallagol degna di questo nome: Pazzini fa velo per l’accorrente Valoti che in corsa batte di prima intenzione di poco a lato del secondo palo della porta difesa da Chichizola. La partita prosegue sulla falsariga del primo tempo: l’Hellas mantiene l’iniziativa ma fatica terribilmente a far scoccare la scintilla. Serve una fiammata, e Pecchia richiama allora Valoti per Luppi. Verona a tre punte. L’ingresso dell’ex modenese sembra aver dato nuova verve alla squadra. Ci prova al 20′ Pisano su percussione di Romulo, ma Chichizola si accartoccia e blocca in presa. Di Carlo sostituisce Piccolo con Giannetti. Risponde Pecchia che manda in campo Zaccagni per Souprayen e si mette a 3-4-3. Cambiano uomini, moduli, ma l’Hellas continua a stentare maledettamente. Al 33′ Nasca concede un rigore allo Spezia: De Col dalla destra mette in area un pallone che incoccia il braccio di Pisano, rigore netto che Granoche trasforma spiazzando Nicolas. Decisione ineccepibile, ma ci chiediamo perché non abbia usato lo stesso metro di giudizio a favore del Verona nel primo tempo sul fallo di mano di Sciaudone. Pecchia corre ai ripari, toglie Zuculini per giocarsi il tutto per tutto con Cappelluzzo. Ora le punte sono quattro. A due minuti dalla fine Pazzini incorna su spiovente di Bianchetti ma la palla finisce fuori di un niente con Chichizola battuto. Nasca ordina cinque minuti di recupero, ma il Verona non ne ha più e per i gialloblù è notte fonda. Finisce tra i fischi di un pubblico deluso e arrabbiato con Nasca, il peggiore in campo di questa brutta serata.

Pecchia appare molto amareggiato a fine gara: “Lo Spezia ha meritato. Noi dobbiamo fare meglio. E’ un passo indietro. Non siamo mai riusciti ad alzare i ritmi. Abbiamo fatto una brutta prestazione e siamo stati puniti”. 

TABELLINO:

HELLAS VERONA-SPEZIA 0-1

Marcatore: 34′ st Granoche (rig.).

HELLAS VERONA (3-5-2): Nicolas; Ferrari A., Bianchetti, Pisano; Romulo, Valoti (dal 15′ st Luppi), Zuculini B. (dal 37′ st Cappelluzzo), Bessa, Souprayen (dal 25′ st Zaccagni); Pazzini, Siligardi.
A disposizione: Coppola, Ferrari L., Boldor, Troianiello, Fossati, Zaccagni, Caracciolo.
All.: Pecchia.

SPEZIA (3-5-2): Chichizola; Valentini N., Terzi, Ceccaroni; De Col, Maggiore (dal 37′ st Mastinu), Sciaudone, Djokovic, Migliore; Granoche, Piccolo (dal 25′ st Giannetti).
A disposizione: Valentini A., Signorelli, Baez, Errasti, Crocchianti, Fabbrini, Vignali.
All.: 
Di Carlo.

Arbitro: sig. Luigi Nasca (sez. Aia Bari).
Assistenti: sigg. Antonino Santoro (sez. Aia Catania) e Lorenzo Gori (sez. Aia Arezzo).

NOTE. Ammoniti: Bianchetti, Terzi, Giannetti, Zaccagni. Spettatori: 13.307 (paganti: 3.109; abbonati: 10.198).

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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