Il Verona va a prendersi la Serie A a Cesena laddove ventisette anni fa la perse ponendo fine al ciclo d’oro di Osvaldo Bagnoli. Lo ha fatto al termine di una partita condotta con buon piglio soprattutto nel primo tempo quando a più riprese la squadra di Pecchia è andata più volte vicino al gol. Stesso discorso fino a metà del secondo tempo, allorché è prevalsa la prudenza e la gara ha perso d’intensità. Una promozione lottata, sudata e meritata per un gruppo che nel momento di maggior difficoltà ha saputo remare unito nella stessa direzione e riprendere a navigare spedito verso il grande obiettivo. Il purgatorio è durato appena un anno. Cantate e abbracciatevi, la festa può incominciare. E’ una notte di tripudio, la lunga notte del popolo dell’Hellas. Godetevela.
LA PARTITA – Nel giorno più lungo, tutto è nei novanta minuti del Manuzzi. Contro un Cesena che non ha nulla da chiedere se non sfigurare, al Verona basta un punticino per realizzare il sogno. Guai a sottovalutare l’impegno, sarebbe un errore imperdonabile. Pecchia in tal senso è stato molto chiaro: massima concentrazione. Il tecnico gialloblù parte con Pisano e Souprayen esterni bassi con Bianchetti e Ferrari centrali Centrocampo a tre con Bruno Zuculini, Fossati, e Bessa. I avanti Romulo a destra e Siligardi a sinistra accompagnano Pazzini. Nel Cesena tra i pali debutta il giovane Bardini, in avanti spazio al duo Ciano-Rodriguez.
Il Verona inizia attaccando sotto i quattromila e oltre arrivati a incitarlo in un esodo di popolo gialloblù. L’avvio scorre in equilibrio senza particolari sussulti. Il primo lo regala al 10′ Pazzini che gira a meraviglia un cross di Romulo dalla destra, palla alta d’un soffio. Al 18′ bella manovra articolata gialloblù con Bessa che serve Romulo in mezzo all’area anticipato con le maniere forti, ma regolari. Al 20′ Pazzini fa da sponda per Souprayen che da posizione favorevolissima spara alto; grandissima l’opportunità sprecata dal francese. E’ un bel Verona che nonostante la posta sia altissima gioca sciolto e si muove in sicurezza. La gara è a senso unico: al 27′ Souprayen galoppa a sinistra e suggerisce per Romulo che controlla e batte a rete, ma Bardini blocca a terra. Ci prova pure Siligardi ma il suo sinistro è fuori misura. Se non lo aveste ancora capito, al Manuzzi è partita vera. I preventivati biscotti sono rimasti nelle fornerie. Piace il piglio con cui il Verona la sta interpretando. Il Cesena dal canto suo non regala nulla, si difende e punta sulla ripartenza quale arma per offendere. Tutto sommato lo spettacolo è godibile anche se il caldo si fa sentire. Dopo un minuto di recupero, La Penna manda tutti negli spogliatoi con un nulla di fatto che avvicina ulteriormente il Verona al grande obiettivo.
Appena due minuti e il Verona potrebbe sbloccare la partita: Romulo approfitta di un’amnesia difensiva romagnola e a tu per tu con Bardini calcia di esterno destro fuori divorandosi una colossale palla gol. Al 7′ Pazzini smarca in area ancora Romulo, sempre lui, ma Bardini gli chiude lo specchio della porta e poi si ripete facendo un miracolo sulla botta di Siligardi. Il portiere del Cesena è grande protagonista in questo avvio di ripresa. Due minuti dopo si fanno vivi anche i romagnoli con Ciano che da buona posizione calcia di esterno sinistro a lato sul primo palo di Nicolas. La gara continua ad essere gradevole e giocata su cadenze tutt’altro che soporifere. Pecchia richiama Siligardi, ammonito, e manda nella mischia Valoti. Con il trascorrere dei minuti affiora però la stanchezza e con essa la voglia di non farsi del male. La prudenza è buona consigliera, lo sa bene l’Hellas che rallenta. Brivido al 26′ quando Rodriguez lanciato rete infila Nicolas: abbiamo uno svenimento, ma la bandierina del guardalinee ha lo stesso effetto dell’arrivo di Gesù Cristo per Lazzaro. La segnalazione è corretta. Al 32′ esce Romulo, al suo posto Troianiello. Si gioca ora prevalentemente a centrocampo con le due squadre attente a contenersi e a non scoprirsi. Altro brivido, tuttavia al 40′ quando Bianchetti in area è bravo a chiudere su Akammadu. Esce anche Bessa, dentro Luppi. Può bastare così. Finisce con i protagonisti sotto la curva nel tripudio. Il Verona è di nuovo in serie A