DOMENICO VOLPATI

Tutti associano allo scudetto del Verona i nomi di Briegel, Elkjaer, Galderisi e Di Gennaro. Ma quel Verona era anche, se non soprattutto, Domenico Volpati. Adesso, conseguita al termine della carriera la laurea in medicina, è apprezzato dentista, all’epoca fu determinante per la conquista dello storico scudetto scaligero. Volpati arriva nella città di Giulietta e Romeo quando ormai sembra aver inesorabilmente imboccato la parabola discendente della carriera. A 30 anni compiuti era retrocesso in C1 con il Brescia e stava pensando di appendere gli scarpini al classico chiodo. Ed invece, inattesa ma vincente, ecco la chiamata di Sor Osvaldo, che con il suo Verona festeggiava il ritorno nella massima serie. Un Verona che anno dopoDomenico_Volpati_01anno riscrive la storia del calcio italiano diventandone la favola più bella. E “Mimmo” ne è una delle architravi. Prototipo ideale del calcio olandese, il biondo centrocampista in quella magica stagione ricopere tutti i ruoli, manco fosse un Neeskens nostrano. Inizia da classica mezzala, con sulle spalle il numero 8, ma rivedendo le partite di quella squadra gloriosa lo si trova impiegato come terzino, mediano e chi più ne ha più ne metta.

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Quanto il “dottore” sia stato determinante nella conquista del mitico triangolino tricolore lo dicono anche le cifre; a fine stagione il jolly, se mai ce ne fu uno, mette insieme la bellezza di 30 presenze, l’unico a non aver mai mancato l’appuntamento con il manto erboso in quella fantastica cavalcata assieme a Roberto Tricella e Claudio Garella, al secolo “Garellik”. E’ lui il leader silenzioso della squadra, sa stare al suo posto ma quando parla viene ascoltato da tutti, è bravo sia a costruire il gioco che a neutralizzare i campioni avversari, per info chiedete a Maradona, Zico o Platini. Bagnoli lo stima in maniera particolare, per le sue capacità in campo, e fuori per la sua serietà. Ed il giorno dopo quello scudetto che ancora riempie d’orgoglio una città intera arriva il premio più bello, le nozze con l’amata Daniela. Programmate da mesi per il 21 maggio, quel 21 maggio. Una data già programmata da tempo ma che  con il senno di poi assomiglia ad un segno premonitore, della serie “a queste latitudini non ci facciamo mancare niente”. “Mimmo” rimane a Verona sei lunghi anni; sveste il gialloblu al termine della stagione 1987/88, dopo una leggenda fatta di 165 presenze e 2 reti che rimarrà indelebile nella storia della società e nel cuore di tutti i tifosi. Di chi l’ha visto giocare, di chi per motivi anagrafici l’ha ammirato solo in TV, di chi ha avuto la fortuna di giocarci assieme. video-3E’ sua la frase, dopo la conquista dello scudetto, “solo negli anni riusciremo a renderci conto di quello che abbiamo fatto” e aveva perfettamente ragione, rimane un’impresa unica e forse irripetibile.

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