Il football nei college inglesi
Dal football del popolaccio alla pratica nei college
Dal calcio fiorentino in poi lo sport del football si sviluppò per lo più in territorio inglese e dalle strade popolari e cittadine dove si giocava il “mob football” o football del popolaccio, che non risparmiava colpi duri e proibiti a nessuno, si trasferì soprattutto nei college e nelle università. Un fenomeno che divenne evidente nel XIX secolo. Ogni scuola aveva le sue regole e le differenze più evidenti erano legate soprattutto all’uso delle mani, che era permesso, tollerato, limitato, proibito. Alla fine un grande miscuglio tra quello che sarebbe stato il rugby e quello che sarebbe diventato il calcio. Si contano fino a metà ottocento almeno una dozzina di regolamenti legati ai vari college, il che rendeva difficile i rapporti sportivi interscolastici.
A Charterhouse Square si giocava nell’antico chiostro di circa 65 mt di lunghezza e 4,5 di larghezza con due porte all’estremità per il goal, a Eton si giocava ancora il Wall game dalle norme piuttosto complesse, forse uno dei più aggressivi e dove il fuorigioco era chiamato “sneaking” ovvero una sorta di vile agguato, e con un campo di gioco, basato sulle dimensioni della costruzione, da 110 mt x 5,5 mt, con la porta che da una parte è rappresentata da un buco nella siepe e dall’altra da un olmo segnato di bianco.
Bisognerebbe ricordare anche Westminster, Shrewsbury, Harrow, e Rugby dove nel 1823 lo studente William Webb Ellis compì il gesto rivoluzionario di afferrare il pallone con le mani e di correre in avanti verso la porta avversaria. L’uso delle mani allora era consentito ma non quello di correre con il pallone trattenuto nelle mani. Webb, senza saperlo, aveva di fatto, inventato il moderno rugby. E il calcio? Quando possiamo dire che sia davvero nato questo sport. Bisogna arrivare sino alla fine del 1863 perché la sua storia abbia davvero inizio, ma questa è un’altra storia che vi racconteremo nei prossimi articoli.
