No signori! Il Chievo non si scansa, e gioca un partita tutto ritmo e cuore contro la prima della classe. I  ragazzi di Maran hanno il grande merito di tenere a lungo in scacco una Juventus, per nulla trascendentale, e a tratti persino irritante nella prevedibilità e nella lentezza della manovra.  Dopo un primo tempo equilibrato, andati sotto nella ripresa per una leggerezza difensiva (cominciano però a essere un po’ troppe), i gialloblù della diga hanno avuto il grande merito di non mollare e continuare a crederci. Il pareggio di Pellissier dagli undici metri era il legittimo frutto di tanto coraggio. La squadra di Allegri era in sofferenza. Poi, però in partite come queste, quando la qualità del gioco d’insieme latita, finisce che la differenza la fanno i singoli interpreti: la Juve ne abbonda, e alle loro magie deve far ricorso per uscire dall’impasse. Pjanic, per tutta la partita a passeggio sul campo come un corpo estraneo alla squadra, ha piazzato il colpo migliore che ha nelle corde. La sua magistrale punizione ha chiuso ogni discorso. E’ finita lì. Il Chievo, nonostante la sconfitta, esce a testa alta dal confronto. Giocando così, i risultati torneranno ad arrivare prima o poi, statene certi.

LA PARTITA – Colpo d’occhio delle grandi occasioni al Bentegodi che si presenta al gran completo per l’arrivo della Vecchia Signora. I bianconeri, reduci dall’opaco pareggio in Champions con il Lione, sbarcano a Verona in cerca di punti per tenere a distanza di sicurezza la Roma. Il Chievo ha bisogno di dimenticare in fretta la brutta prestazione di Crotone e vuole giocarsela senza alcun timore reverenziale. Maran, che ha chiesto ai suoi una prova di coraggio, studia le contromosse e decide di cambiare modulo per garantire una maggior copertura: il tecnico vara un inedito 4-4-1-1, dove un centrocampo più folto con l’inserimento di Izco, fa da filtro alle spalle del trequartista Birsa e dell’unica punta di ruolo Floro Flores. Allegri, costretto a rinunciare all’infortunato Chiellini e Marchisio, quest’ultimo non  al meglio, opta per il turnover: difesa a tre Liechtsteiner, Barzagli e  Benatia ; centrocampo a centrocampo a cinque con Cuadrado largo a destra e lo stantuffo Alex Sandro a sinistra; Hernanes funge da regista col metronomo, affiancato da Pjanic e Sturaro; Higuain e Mandzukic sono la coppia d’attacco.

Dopo appena due minuti allegri perde Barzagli, costretto ad uscire in barella dolorante alla spalla per un duro scontro di gioco. Lo sostituisce con Bonucci, dirottato inizialmente in panchina. Altro che scansarsi…! Il Chievo parte deciso mostrandosi aggressivo sin dalle prime battute. La Juve, colta di sorpresa, fatica un po’ a trovare il bandolo, e il primo quarto d’ora trascorre all’insegna di un sostanziale equilibrio senza offrire alcun spunto d’interesse. Quello di Allegri è un modulo variabile che dipende molto dalla posizione di Cuadrado, che sale e si abbassa a ricevere palla. Lo scacchiere sfocia in un 4-3-3 e successivamente in un 4-4-2. I difensori puri, sono in realtà due, Benatia e Bonucci. Litchsteiner e Alex Sandro giostrano più alti sulle corsie. Al 23′ da calcio d’angolo, Spolli svetta in area ma il suo colpo di testa finisce a lato. La prima vera palla gol la Juve la costruisce al 28′ con Mandzukic che lanciato lungo in area, si beve con il cappello Spolli, e poi spara alto da posizione decentrata. Altra buona occasione per gli ospiti al 37′ con Alex Sandro che fugge sulla sinistra mette in mezzo dove Mandzukic si avvita e colpisce di testa, ma la palla esce a lato del secondo palo. Adesso la Juve preme con maggior convinzione e guadagna progressivamente campo. il Chievo si stringe la cinghia cercando di sfruttare l’arma del contropiede. Tuttavia sono sempre gli umani di Allegri ad avere la supremazia: la miglior chance arriva al 41′ quando Higuain si avventa come un rapace in area  su una palla fornitagli a Alex Sandro, anticipa Spolli  e spara a rete costringendo Sorrentino a una provvidenziale deviazione in angolo. E’ l’ultima emozione di un primo tempo così così. Valeri manda tutti negli spogliatoi. Il pareggio è sostanzialmente giusto.

Come successo nei primi quarantacinque minuti, il Chievo parte forte cercando di sorprendere e mettere pressione sulla Juve. L’atteggimento non sortisce alcuna palla gol, ma nelle intenzioni dovrebbe i bianconeri distanti dalla metà campo clivense. Al 53′ succede invece che il Chievo perde con Gobbi malamente palla sulla propria trequarti, ne approfitta Mundzikc che servito in area da Cuadrado, trafigge Sorrentino.  Al 60′ Maran cerca di dare pù sostanza al reparto offensivo togliendo Izco e inserendo Pellissier. Ma è la Juve ad avere la palla del raddoppio con Higuain fugge in area ma viene stoppato in angolo da Dainelli e Sorrentino. Il Chievo potrebbe pareggiare i conti con Castro che approfitta di un rimpallo a centro area da cross di Hetemaj e da buona posizione batte a rete, ma é bravissimo Buffon a deviare sul fondo. Il gol è rimandato di un paio di minuti: al 66′ Pellissier lanciato in area in diagonale viene steso da tergo da Liechsteiner: Valeri fischia il rigore. Lo stesso Pellissier trasforma dal dischetto. La Juve va un po’ in confusione e stenta a ritrovarsi. Ce’ un problema però: ha i solisti. Al 75′ Pjanic, un fantasma per il resto della gara, batte una punizione dal limite. Il  bosniaco estrae dal cilindro un destro a giro che s’insacca nel sette alla sinistra di Sorrentino. Al 76′ Maran richiama Birsa e si gioca la carta De Guzman. Allegri opta allora per la prudenza, toglie Higuain, ancora a secco, e si copre con Evra. Altri cambi: Inglese entra a sette minuti dal termine al posto di Floro Flores; la Juve manda in campo Dani Alves per Liechtsteiner. Il Chievo è in evidente calo fisico e mentale. Il castigo di Pjanic è la pietra tombale sul match. Non c’è più partita. La Juve è ora assoluta padrona del campo. All’86’ ancora uno svarione difensivo, libera Sturaro solo davanti a Sorrentino, che compie un prodigio a deviare con la punta delle dita sopra la traversa. Due minuti e Cuadrado s’inventa lo show: parte da lontano puntando dritto area, dribbla e semina avversari come birilli, quando non gli rimane che appoggiare in rete, manda incredibilmente fuori. Nel recupero Pjanic va a battere un’altra punizione dal limite: stesso giro, ma stavolta sull’angolo opposto dove Sorrentino vola a deviare. Finisce qui. Per il bel Chievo di oggi gli applausi sono una magra consolazione.

Queste le dichiarazioni Maran a fine gara: “e’ un peccato. Con la Juve ci sta che soffri. Hanno una forza d’urto notevole, ma li abbiamo arginati bene. Abbiamo subito il primo gol su una nostra ingenuità. L’avevamo rimessa in piedi, poi la magia di Pjanic ha chiuso la partita. Abbiamo messo l’intensità giusta ma non abbiamo portato a casa nulla”. 

Queste invece le parole di Allegri: “il Chievo è una squadra fisica che è stata in partita finché ha potuto. E’ un piacere vederli giocare. Grazie alla bravura di Maran non avrà problemi a salvarsi”. 

TABELLINO:

CHIEVO-JUVENTUS 1-2

GOL 53′ Mandzukic, 66′ rig. Pellissier, 75′ Pjanic

Chievo (5-3-1-1): Sorrentino; Izco (61′ Pellissier), Cacciatore, Dainelli, Spolli, Gobbi; Castro, Radovanovic, Hetemaj; Birsa; Floro Flores (84′ Inglese). All. Maran
Juventus (3-5-2): Buffon; Lichtsteiner (84′ Dani Alves), Benatia, Barzagli (5′ Bonucci); Cuadrado, Hernanes, Pjanic, Sturaro, Alex Sandro; Mandzukic, Higuain. All. Allegri

Arbitro: Valeri di Roma

Ammoniti: Dainelli, Gobbi, Radovanovic(C), Alex Sandro, Cuadrado, Lichtsteiner (J)

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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