Che ci volete fare, il calcio è fatto così, una brutta bestia da domare. Prendere o lasciare. Al Verona a fari spenti di oggi non ne è andata bene una; ai guardalinee Oliveri e Raspollini, ancora meno. Due gol assegnati al Novara in palese fuorigioco sono un po’ troppi. Il primo soprattutto, ha totalmente stravolto l’inerzia di un match che il Verona sembrava poter condurre col consueto piglio. Da quel momento la macchina si è inceppata e tutto è diventato maledettamente più complicato. Sul raddoppio di Faragò è scesa l’eclissi. Spiace che a quel punto la squadra di Pecchia sia naufragata. Partita nata male e finita peggio quindi, che riporta bruscamente il Verona sulla terra. Chi pensava che questo campionato si potesse trasformare nella marcia trionfale dell’Aida è stato oggi servito. La severa batosta deve far riflettere Pecchia e suoi ragazzi, apparsi oggi appannati e in debito di ossigeno. Nessuno ha meritato la sufficienza. Troppi elogi? Forse. Un bagno d’umiltà è sempre salutare. Il margine su un Frosinone in ascesa è ora di tre unti. La botta va riassorbita in fretta. Venerdì si va al Tombolato per lo scontro diretto con il Cittadella dei miracoli, caduto oggi  a Benevento. Poi sarà un ciclo terrible che vedrà l’Hellas affrontare in casa Bari e Perugia, il derby a Vicenza, e Virtus Entella nuovamente al Bentegodi. Dl qui a Venerdì non resta che  rimboccarsi le maniche e farsi una bella lavatina di capo: rimettersi subito in carreggiata e d’obbligo.

Il Verona capolista per mantenere il passo; il Novara, reduce da due sconfitte consecutive  per trovarlo. La partita di oggi sta tutta qui. Pecchia ritrova Bianchetti che, scontata la squalifica, si piazza insieme a Caracciolo al centro della difesa. A centrocampo si rivede Valoti. Bessa si allarga sulla corsia offensiva di sinistra, ma  ha libertà di accentrarsi sulla trequarti, posizione che predilige. Il sacrificato di turno è Luppi che va in panchina. Pazzini, a secco da tre giornate, ha fame di gol. Nel Novara occhi puntati sulle  due punte, il bulgaro Galabinov e Sansone, arrivato in estate dalla Sampdoria dopo essere rientrato dal prestito a Bari.

LA PARTITA – Come prevedibile, il Verona comanda le operazioni in fase di giro palla atto a trovare l’imbucata nelle maglie della difesa della squadra di Boscaglia. Il primo pericolo arriva al 12′ quando siligardi combina per Pazzini che in area batta a giro di destro sul sul secondo palo, ma è bravo Da Costa a distendersi e deviare di pugno. Inaspettatamente è però il Novara ad andare in vantaggio: al 16′ Galabinov lanciato lungo parte da chiara posizione di offside, il guardalinee non alza la bandierina, il bulgaro appoggia quindi per l’accorrente Casarini che batte Nicolas. Inutili le legittime proteste dei gialloblù. Il Verona accusa il colpo, cerca d’imbastire una reazione ma si espone ai velenosi contropiede ospiti: al 22′ una conclusione di Faragò è deviata in angolo. Pecchia prova a mischiare la carte : Bessa va a fare il mezzo destro, mentre Romulo si allarga alto a sinistra. Alla mezz’ora Fossati batte una punizione dalla sinistra: sulla sua traiettoria tagliata Valoti non arriva per un soffio. Il Verona si fa ancora pericoloso al 32′, ma un tiro di Pazzini da centro area finisce a lato di un niente. Il Novara erge un muro a protezione di Da Costa che con i suoi atteggiamenti irritanti entra nel mirino della Curva Sud. In taluni  momenti il 5-3-2 di Boscaglia è in realtà un 8-2 dove diventa un’impresa trovare spazio. Eppure in contropiede il Novara, complice qualche amnesia nelle marcature preventive veronesi, continua a far male: al 41′ Galabinov si trova a tu per tu con Nicolas con la palla dello 0-2 sui piedi; il centravanti bulgaro prova a scavalcarlo con un colpo sotto che il portiere gialloblù è bravissimo a sventare. Ma che rischio…! L’ultimo sussulto è una conclusione, nemmeno tanto convinta, di Pisano che si perde sul fondo. Le squadre vanno al riposo con il pubblico del Bentegodi inferocito nei confronti della terna arbitrale: quel gol in netto fuorigioco fa rabbia e pesa come un macigno sugli equilibri di una partita che l’Hellas sembrava poter condurre nei canali prediletti. Altro che Trump al confine col Messico: il muro a nostro modesto parere l’ha eretto il Novara al Bentegodi.

Avvio col brivido per l’Hellas: al 2′ un cross dalla destra di Faragò deviato di pugno da Bicolas, finisce sui piedi di Galabinov, che grazia per la seconda volta il Verona con centrando la porta. La partita prosegue sulla falsariga del primo tempo: Novara attento in difesa e minaccioso nelle ripartenze; Verona in vanti , ma spesso impreciso e con le idee annebbiate. Al 55′ Pecchia si affida al dinamismo di Luppi  e richiama Fossati. Un banale malinteso tra Bianchetti e Nicolas, che regala un angolo agli ospiti è la spia di una giornata balorda. Cenni di risveglio al 60′ quando una bella azione a percussione partita da Luppi, proseguita da Siligardi con conseguente cross di Romulo è conclusa di testa da Pazzini sopra la traversa. Pecchia dà a ancora più trazione al proprio attacco, si gioca tutto con un 4-2-4 inserendo Ganz  al posto di Valoti.  Più che i moduli pesano i troppi errori del Verona di oggi: al 65′ Romulo perde banalmente palla sulla linea dell’out destro, ne approfitta Sansone che serve in profondità Faragò; palla in mezzo per l’accorrente Viola che batte Nicolas. Adesso è dura. Nel tentativo di dare un po’ di ordine, l’allenatore gialloblù si gioca l’ultimo cambio mandando in campo Maresca per Caracciolo; Pisano passa centrale a fianco di Bianchetti; Romulo si abbassa a esterno destro; a centrocampo Maresca affianca Bessa; in avanti Pecchia si affida a Siligardi, Luppi, Ganz, e Pazzini. Non serve a nulla: al 75′ Faragò pescato da Sansone liberissimo in area, ma ancora una volta in posizione  di fuorigioco non rilevata, infila Nicolas. Per il Verona è notte fonda, ma il martirio non è finito: a tre minuti dal termine  Galabinov cala il poker mettendo in rete di tacco un suggerimento dalla destra di Kupisz. Basta così, quando è troppo è troppo. Incredibile, ma purtroppo è tutto vero.

Così Pecchia, apparso molto sereno, a fine gara: “L’approccio era giusto. Poi dopo il gol abbiamo perso lucidità e abbiamo fatto tutto male. Questa partita mi dà importanti indicazioni per il futuro”

TABELLINO:

HELLAS VERONA-NOVARA 0-4

Marcatori: 17′ pt Casarini, 20′ st Viola, 31′ st Faragò, 42′ st Galabinov.

HELLAS VERONA (4-3-3): Nicolas; Pisano, Bianchetti, Caracciolo (dal 26′ st Maresca), Souprayen; Romulo, Fossati (dal’11’ st Luppi), Bessa; Valoti (dal 18′ st Ganz), Pazzini, Siligardi.
A disposizione: Coppola, Boldor, Troianiello, Zaccagni, Gomez, Riccardi.
All.: Pecchia.

NOVARA (3-5-2): Da Costa; Troest, Scognamiglio, Mantovani; Calderoni, Faragò, Casarini, Viola; Dickmann (dal 41′ st Bolzoni); Galabinov (dal 45′ st Adorjan), Sansone (dal 35′ st Kupisz).
A disposizione: Pacini, Bajde, Di Mariano, Selasi, Lukanovic, Romagna.
All.: Boscaglia.

Arbitro: sig. Abbattista di Molfetta.
Assistenti: sigg. Oliveri di Palermo e Raspollini di Livorno.

NOTE. Ammoniti: Troest, Mantovani. Spettatori: 14.192 (paganti: 3.999; abbonati: 10.193).

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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