Il Verona ha fatto ritorno all’antistadio per l’allenamento di rifinitura in vista dell’impegno casalingo d domani contro il Bari. E’ stata l’occasione per l’ennesimo abbraccio del popolo gialloblù che in questo difficile momento si è stretto con il consueto affetto attorno alla squadra.

Pecchia ha incontrato la stampa e ha così messo a fuoco la sfida di domani  che arriva in un momento molto delicato per la stagione dell’Hellas:

Bello l’abbraccio dei tifosi all’Antistadio, abbiamo respirato grandi sensazioni e non vogliamo deluderli. Contro il Bari, squadra attrezzata per i vertici della classifica, dobbiamo pensare alla nostra prestazione e portarla avanti per 90 – anzi 100 minuti – ad altissimo livello. Il Bari è una squadra forte e non siamo noi a dirlo, ma la sua storia. Questi 10 giorni sono stati lunghi, ma ci hanno permesso di lavorare bene.  Questo è il momento in cui bisogna compattarsi ancora di più, di farci forza l’un l’altro. Per me è facile affermare che il gruppo è forte, poiché ne sono il responsabile, ma chi vive intorno a noi sa quanto sia solido. Abbiamo parlato di sconfitte pesanti, ma dobbiamo e vogliamo rispondere sul campo, con i giusti comportamenti e atteggiamenti. Come voltare pagina? Con lo stesso metodo di lavoro che utilizziamo dal primo giorno, dobbiamo essere concentrati esclusivamente al campo. Fino dalla prima partita con il Foggia è  sempre stato così, bisogna tenere il focus sulla gara. Aspetto tecnico, tattico, fisico e psicologico: tutto va indirizzato sulla gara che dobbiamo affrontare”.

“Abbiamo fatto 4 mesi di lavoro a grandissimo livello, dietro ogni vittoria c’è tantissimo lavoro e sacrificio. Non siamo extraterrestri, ma una squadra di Serie B e giochiamo nel campionato cadetto. Ci deve essere in giusto equilibrio nella vittoria come nella sconfitta, solo così si può analizzare con la giusta tranquillità quanto successo per poi concentrarsi sulla prossima gara. Lavorare sulle vittorie è semplice in un verso e difficile in  un altro, mentre dalle sconfitte possiamo trarre importanti insegnamenti e insistere sul nostro modo di essere. Non ha senso cambiare dopo 5 gol, tuttavia dopo Cittadella ho chiesto maggiore attenzione. Per me la dimostrazione di forza è fare le cose giuste al momento giusto, se c’è possibilità di giocare a calcio bene, ma bisogna anche saper soffrire, quando la squadra avversaria preme allora dobbiamo saper sfruttare le palle indirizzate. La squadra deve saper fare tutto. Un commento sulla partita di Cittadella? Abbiamo avuto un buon inizio, poi ci hanno raggiunto e superato. Abbiamo provato a reagire, la voglia c’era. Forse nel secondo tempo avremmo potuto spingere di più. L’ho sempre detto, la Serie B è un campionato talmente lungo e difficile che non si poteva pensare che fosse già tutto scritto a ottobre. Abbiamo spinto molto, queste 2 sconfitte ci hanno rallentato ma la nostra crescita deve continuare anche attraverso questo momento e noi dobbiamo saper cogliere i segnali giusti“.

“Nicolas? Non mi piace parlare della prestazione dei singoli, il calcio è uno sport di squadra. L’ho visto sereno, ha lavorato alla grande e tutti noi abbiamo bisogno di dare delle risposte. La reazione deve venire da tutti, dalla squadra e anche dall’ambiente”.

 

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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