E’ stata battaglia, e le battaglie si vincono attraverso la sofferenza e il sacrificio. Il gol di Pazzini che ha regalato il successo al Verona è l’antidoto di cui la squadra aveva bisogno per ritrovare fiducia e serenità dopo i contraccolpi dei recenti tonfi con Novara e Cittadella. Non è stata una bella partita e, vista la posta in palio, non lo poteva essere. Il Verona ha faticato tanto, ha pure seriamente rischiato di andar sotto, ma ha avuto il grande merito di averci sempre creduto e non aver mai mollato la presa. Serviva solo un gol, solo un benedetto gol per ritrovarsi ed emergere dalle paure e scacciare brutti fantasmi. Oggi il bel gioco contava zero: serviva coraggio e Pecchia, quando tutto sommato avrebbe potuto accontentarsi di un punto, lo ha avuto. Alla fine è stato premiato con un vittoria, che alla luce dei risultati di ieri, vale doppio. Il Verona è di nuovo in testa alla classifica. La sua gente torna a sorridere.

LA PARTITA – C’è poco da dire. E’ la partita della verità. Il Verona è la corazzata del primo scorcio di stagione o la pasta frolla affondata nei cappuccini di Novara e Cittadella? Dubbio amletico che frulla da una settimana nella testa del popolo gialloblù. Dal canto suo il Bari, che con l’arrivo di Colantuono in panchina sembra aver trovato un po’ di equilibrio e serenità, arriva al Bentegodi deciso a proseguire l’inversione di rotta innescata dal nuovo tecnico. Rientra in difesa Caracciolo, ma Pecchia perde Pisano per un risentimento muscolare; Romulo si abbassa e il tecnico dà fiducia a centrocampo al baby Zaccagni che bene ha fatto sinora quando impiegato. In avanti Pazzini guida l’attacco affiancato da Siligardi e Luppi. il Bentegodi saluta il ritorno a Verona di Moras, uno che per la maglia gialloblù ha dato tutto e versato lacrime. Colantuono propone il 4-3-3 con il tridente offensivo Furlan-De Luca-Brienza. L’escuso è Maniero. Buona cornice di pubblico: 14.635 i presenti. Nutrita e chiassosa, anche troppo a dire il vero, la pattuglia di tifosi pugliesi.

Bello l’applauso che la curva riserva a Nicolas, incitandolo dopo la sciagurata partita di Cittadella. Parte subito forte il Verona che alza i ritmi della contesa e costringe il Bari a starsene rintanato nella propria metà campo. Dopo appena due minuti una punizione di Pazzini deviata dalla barriera per poco con non libera Bessa e Luppi davanti a Micai che blocca. Come previsto è la squadra di Pecchia a fare la partita, con gli ospiti attenti e aggressivi nel pressing sui portatori gialloblù.  Verona ancora pericoloso al 10′ con una sventola di Souprayen deviata in volo in angolo da Micai. Passano due minuti, e Siligardi imbecca Bessa, il cui tiro finisce però alto. Più che un 4-3-3 quello di Colantuono è un 4-5-1 con il solo De Luca a fare reparto sul fronte offensivo. Furlan e Brienza  si abbassano per arginare la spinta di Romulo da una parte e Souprayen dall’altra. Tuttavia quando possono, i due non rinunciano a proporsi verso l’area scaligera. Dopo un buon avvio, ora il Verona fatica a trovare continuità d’azione. Ne consegue che la partita attraversa un fase di stanca, dove succede poco o nulla. Qualche imprecisione di troppo dà fiato a qualche mugugno sugli spalti. In effetti lo spettacolo non è un granché. Alla mezz’ora il Verona torna comunque a farsi minaccioso con Pazzini che, liberato in area sul filo del fuorigioco da un bel filtrante di Romulo, è anticipato da un  provvidenziale allungo di Moras che gli impedisce di battere a rete.  Al 34′ più di un dubbio lascia in intervento di Basta su Zaccagni in area. Inutili le proteste gialloblù. Un minuto dopo, Romulo scende sulla destra e mette in mezzo un pallone velenoso che attraversa tutta l’area piccola prima di essere raccolto da Luppi che batte fiaccamente a rete; facile per Micai bloccare in presa a terra. Il primo tempo si chiude con la miglior palla gol barese confezionata da una ripartenza di De Luca che apre per Sabelli sul cui pallone al centro si avventa l’accorrente Romizi che manda incredibilmente alle stelle.  Su questo brivido per l’Hellas, Aureliano manda tutti negli spogliatoi a prendere un tè caldo. Per quello che si è visto, pochino per la verità, il risultato è equo.

Alla ripresa Pecchia manda in campo Valoti per Siligardi. Zaccagni si allarga a destra nel tridente offensivo. Tuttavia è subito il Bari a farsi pericoloso con De Luca che su azione di contropiede approfitta di uno svarione di Romulo ma spedisce fortunatamente per noi fuori. Calonatuono richiama De Luca e piazza Maniero al centro dell’attacco. Ancora ospiti vicini al vantaggio all’8 quando da una punizione di Romizi, Brienza devia di nastro al volo verso l’angolino, ma la palla esce d’un soffio. Risponde due minuti dopo l’Hellas con una secca conclusione da buona posizione di Valoti, su appoggio di Pazzini, su cui Micai si oppone con i piedi. Si gioca su ritmi elevati, ma la partita è continuamente spezzettata da falli e interventi arbitrali. Va detto che contro un Bari tosto e molto aggressivo, il Verona fatica parecchio a liberarsi delle scorie delle due ultime batoste. La squadra stenta a sciogliersi e pecca di lucidità in più di uno dei suoi fini solisti. Al 21′ Nicolas salva la baracca su conclusione a tu per tu di Furlan smarcato da un colpo di testa di Maniero. Il salvataggio equivale ad una parata su un rigore in movimento. Il Verona avrebbe bisogno di un gol per sbloccarsi e lo trova al 29′ quando da calcio d’angolo Pazzini svetta e gira di testa, la palla incoccia sulla schiena di Luppi appostato davanti a Micai e finisce in rete. Aureliano annulla per chiaro fuorigioco della punta gialloblù segnalato dal guardalinee. Al Pecchia vuole i tre punti, e al 32′ manda in campo Gomez per Zaccagni. Il gol buono arriva al 37′, quando da corner di Romulo,  Valoti spizza di testa sul secondo palo per Pazzini che si avventa come un falco e spedisce dentro. Il Bentegodi è una bolgia che esplode in un urlo di liberazione.  Servono calma e gesso come dicevano i nonni e allora per la gestione degli ultimi palpitanti minuti Pecchia si affida all’esperienza di Maresca che prende il posto di Bessa.  Il Bari ha esaurito le batterie e non ha più forza di offendere. Finisce qui tra il tripudio del pubblico, che ha ritrovato la sua squadra. Bello, bello così.

Queste le dichiarazioni di Pecchia a fine gara: “Abbiamo sofferto contro una squadra molto forte. Abbiamo sempre provato a fare la partita e alla fine siamo stati premiati. Sono partite che ci aiuteranno a crescere. Faccio i complimenti a tutto il gruppo”.

TABELLINO:

HELLAS VERONA-BARI 1-0

Marcatore: 38′ st Pazzini.

HELLAS VERONA (4-3-3): Nicolas; Romulo, Bianchetti, Caracciolo, Souprayen; Zaccagni (dal 33′ st Gomez), Fossati, Bessa (dal 42′ st Maresca); Luppi, Pazzini, Siligardi (dal 1′ st Valoti).
A disposizione: Coppola, Boldor, Troianiello, Ganz, Fares, Riccardi.
All.: Pecchia.

BARI (4-3-3): Micai; Sabelli, Moras Tonucci, Cassani; Fedele (dal 14′ st Valiani), Basha, Romizzi (dal 41′ st Fedato); Brienza, De Luca (dal 6′ st Maniero), Furlan.
A disposizione: Ichazo, Daprelà, Boateng, Di Cesare, Doumbia, Capradossi.
All.: Colantuono.

Arbitro: sig. Aureliano di Bologna.
Assistenti: sigg. Zappatore di Taranto e Muto di Torre Annunziata.

NOTE. Ammoniti: Fedele, Tonucci, Luppi, Romizi, Sabelli, Romulo, Cassani. Spettatori: 14.635 (paganti: 4.439; abbonati: 10.196).

 

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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