Arriva il Perugia, avversario ostico che dopo qualche balbettio iniziale Bucchi sta riuscendo a governare con la barra a dritta. Il Verona cerca di dare continuità al successo sul Bari in campionato  dopo la scoppola rimediata in Coppa Italia a Bologna. Pecchia così presenta la gara di domani pomeriggio al Bentegodi:

«Sarà una partita da giocare con voglia e personalità, loro sono una squadra forte e hanno una chiara idea di gioco, in gruppo hanno elementi esperti. Ci aspetta una partite difficile contro una squadra importante. Il Perugia, a differenza del Bari che si sta riformando, è una squadra che lavora con gli stessi elementi da diverso tempo, sono un meccanismo sviluppato e rodato. Rispetto a domenica scorsa cambieranno i dettagli, ma saremo comunque chiamati a giocare contro una squadra con valori importanti. La classifica? Conta fino ad un certo punto, in questo momento chi è partito forte ha qualche difficoltà, mentre chi all’inizio faticava si sta esprimendo bene. Le squadre si stanno ancora formando, bisogna crescere facendo risultati. Il girone di ritorno sarà un campionato a parte».

«Ho visto molti aspetti positivi, la nota stonata sono i 4 gol ma nella prestazione ho visto tante belle cose. Troppi gol subìti? Fa parte della crescita, stiamo costruendo un gruppo e la crescita della mentalità passa anche attraverso queste sconfitte. Al di là di tutto va sottolineato l’approccio che la squadra ha avuto, poi ovviamente possiamo maturare ancora e crescere. Sono concentrato sul campionato, devo guardare alla sfida con il Perugia per tirare fuori il meglio dalla mia rosa. Sono soddisfatto da tutti, in TIM Cup i ragazzi mi hanno dato delle belle indicazioni, soprattutto chi giocava meno e chi era fuori ruolo. Il gruppo ha lavorato alla grande, senza snaturarsi. Troppa poca cattiveria sotto porta? Giocavamo contro una squadra di Serie A e non avevano in campo seconde linee. Detto questo, nei 16 metri serve rabbia e quella forza di fare gol a tutti i costi. Il volume di gioco va concretizzato, bisogna essere più cattivi per gonfiare la rete. Se c’è un problema in difesa? Credo sia controproducente chiedere di difendere dopo un 2-0. Abbiamo saputo difendere bene contro il Bari, ma anche con Frosinone e Pisa. Fa parte del gioco, la crescita passa dalle vittoria quanto dalle sconfitte, anche se pesanti. Dobbiamo dimostrarci in grado di gestiore i momenti di flessione, sia a livello psicologico che tattico».

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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