La legge del Partenio non fa sconti al Verona che torna da Avellino con le pive nel sacco per la nona volta su tredici confronti. Cosa ben più grave è che siamo alla quarta sconfitta nelle ultime cinque trasferte in questo campionato  Lontano dal Bentegodi il Verona si fa piccolo piccolo. Dopo un buon primo tempo, la squadra di Pecchia crolla sciogliendosi in dieci minuti come la neve sotto il sole primaverile. Peccato siamo solo a Febbraio…La sconfitta costa all’Hellas il primato, occupato ora dal Frosinone vittorioso in casa sul Carpi. Gli uomini di Marino concedono poco allo spettacolo e badano al sodo. La cosa paga a suon di punti. Forse sarebbe il caso di prenderne esempio. La Spal dal piè veloce asfalta l’Entella e ci soffia ora sul collo. Ferraresi e ciociari saranno i nostri prossimi avversari in due scontri diretti da dentro o fuori. Ovvio che servirà ben altro Verona. Oggi ci amareggia di più lo sconcertante secondo tempo di una squadra letteralmente in confusione e incapace di reagire attraverso il gioco e le idee. Certo, pesano l’assenza di Pazzini (quando non c’è lui sono guai), la palla gol sprecata da Gomez nel primo tempo, e l’infortunio di Romulo. Tutto questo tuttavia non basta a giustificare una prestazione assolutamente insufficiente e ben al di sotto delle aspettative. Si torna da Avellino con evidenti segnali di preoccupante fragilità. Ora non resta che farsi un bell’esamino e trovare le giuste risposte al perché di una grave crisi lontano dal fortino di casa. Superfluo aggiungere che le deve dare Fabio Pecchia.

LA PARTITA – Comincia con un’aggressione all’auto del presidente Maurizio Setti, con a bordo Luca Toni, il direttore operativo Francesco Barresi e un altra persona, il pomeriggio del Verona ad Avellino. Per fortuna la cosa si è risolta con i vetri infranti e un bel po’ di spavento. Episodio da stigmatizzare senza mezzi termini e per il quale esprimiamo sdegno e solidarietà al massimo dirigente gialloblù e astio accompagnatori. Parliamo di calcio: l’Hellas scende al Partenio, tana dei lupi in passato mai troppo amica del Verona, per guarire dal mal di trasferta e difendere il primato in classifica in vista dei prossimi scontri diretti con Spal e Frosinone. Pecchia ha sciolto il dubbio della settimana: tocca a Gomez guidare l’attacco del Verona al posto dello squalificato Pazzini. Per quanto concerne il modulo, si torna al 4-3-3 con la triade di centrocampo Fossati, Zaccagni e Romulo alle spalle di Bessa (giostrerà come di consueto tra le linee), Luppi e Juanito. Nel 4-4-1-1 di Novellino, Verde, pedina di maggior talento, agisce da trequartista in supporto ad Ardemagni.

Al via in uno scontro aereo con Paghera, Romulo rimedia una forte contusione alla testa. Col brasilano a bordo campo a farsi fasciare il capo, Nicolas si salva di piede su una botta dal limite di Verde. La prima palla gol è degli irpini. Non si fanno certo complimenti: partita ad alte frequenze e parecchio ruvida. Al 10′ il Verona bussa alla porta di Radunovic con Bessa che finalizza un’iniziativa personale con un destro dal limite di poco a lato. Risponde subito l’Avellino ancora con Verde, il cui sinistro si spegne sull’esterno della rete. Pian piano il Verona prende il comando delle operazioni nel tentativo di ragionare calcio attraverso il palleggio e una manovra articolata; sull’altro fronte i padroni di casa la mettono sulle chiusure, le ripartenze, e una buona dose di agonismo, talvolta sopra le righe. La miglior chance per sbloccare la gara, la confeziona l’Hellas: al 22′ Bessa dalla sinistra calibra un cross col contagiri per Gomez che colpisce di testa a colpo sicuro ma la palla si perde di un nulla sul fondo a Radunovic battuto. Peccato, perché ‘occasione era davvero ghiotta. La squadra di Pecchia insiste facendo leva su un’evidente superiorità tecnica. Ancora Bessa, in gran vena, suggerisce per Luppi, la cui conclusione rasoterra è però larga. Romulo intanto purtroppo non ce la fa. Al suo posto entra Siligardi, che va a comporre il tridente con Luppi e Gomez. Il cambio non giova al Verona che stenta a ritrovare ordine e geometrie in campo. Ne approfitta l’Avellino per mostrare una certa intraprendenza. Al 42’ Ardemagni si avvita e batte in plastica rovesciata. Palla abbondantemente fuori. Gesto più spettacolare che altro. Il finale di tempo è dei padroni di casa: nel recupero un colpo di testa in torsione di Ardemagni su cross di Verde finisce di poco alto. Si va negli spogliatoi sullo 0-0, risultato che ci sta, ma sul quale pesano la grande occasione di Gomez e l’infortunio di Romulo.

La ripresa vede nelle file dell’Avellino Belloni entrare in campo al posto dell’infortunato. D’Angelo. Il Verona spinge e una conclusione da buona posizione di Luppi è stoppata dalla difesa irpina. Al quinto minuto succede però quello che non ti aspetteresti: Caracciolo trattiene per la maglia Ardemagni che va giù in area a pochi passi da Nicolas. Rigore netto che Paghera trasforma spiazzando il portiere gialloblù. Avellino in vantaggio. Partita ora tutta in salita per il Verona che accusa il colpo mostrandosi nervoso e frastornato. La squadra stenta a ritrovarsi. Brutto segno: puntualmente ne approfitta l’Avellino con Verde che al 15′ batte di sinistro da fuori area, Nicolas pasticcia e la palla finisce nel sacco. 2-0 e guai seri…Pecchia cerca di dare una scossa ai suoi, togliendo Fossati e mandando nella mischia Zuculini confidando nella sua vivacità. Al 19′ Siligardi fa tutto bene, tranne la conclusione che è debole e facile preda di Radunovic. Il Verona però non c’è, la luce è spenta. In preda alla confusione non gioca da squadra e si smarrisce nelle proprie ansie dando preoccupanti segnali di fragilità. Pecchia si gioca il tutto per tutto: toglie il disastroso Caracciolo e si mette a 3-4-3 con il nuovo entrato Cappelluzzo a fianco di Siligardi e Gomez. Cambia poco, perché è invece l’Avellino a divorarsi in maniera comica la palla del 3-0 con Belloni e Ardemagni che non s’intendono a tu per tu con Nicolas. Gli ultimi minuti sono una pena per il Verona incapace di costruire alcunché e sempre più nervoso. Finisce 2-0 con una bocciatura senza scusanti.

Pecchia non cerca scuse: “Non abbiamo fatto una partita degna della maglia che indossiamo. Abbiamo smarrito un certo spirito. Fuori casa non ci siamo. Oggi è stata davvero una brutta prestazione. Dobbiamo cambiare atteggiamento e metterci qualcosa in più, un carattere diverso. Il fatto di aver perso il primato in classifica non deve cambiare le cose. E’ un momento difficile. Dobbiamo rimboccarci le maniche e ripartire”.

TABELLINO:

AVELLINO-HELLAS VERONA 2-0

Marcatore: 5′ st Paghera (rig.), 15′ st Verde.

AVELLINO (4-4-2): Radunovic; Laverone, Djimsiti, Jidayi, Perrotta; Lasik, Moretti (dal 22′ st Omeonga), Paghera, D’Angelo (dal 1′ st Belloni); Verde (dal 38′ st Solerio), Ardemagni.
A disposizione: Lezzerini, Eusepi, Castaldo, Soumare, Bidaoui, Camara.
All.: Novellino.

HELLAS VERONA (4-3-3): Nicolas; Pisano, Bianchetti, Caracciolo (dal 31′ st Cappelluzzo), Souprayen; Romulo (dal 31′ st Siligardi), Fossati (dal 18′ st Zuculini F.), Zaccagni; Bessa, Gomez, Luppi.
A disposizione: Coppola, Boldor, Troianiello, Fares, Ferrari A., Zuculini B..
All.: Pecchia.

Arbitro: sig. Marco Serra della sezione Aia di Torino.
Assistenti: sigg. Pasqule Cangiano di Napoli e Manuel Robilotta di Sala Consilina.

NOTE. Spettatori: 4887. Ammoniti: Caracciolo, Jidayi, Bianchetti, Moretti, Siligardi.

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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