Il Verona si prepara alla delicata sfida di sabato a Frosinone. Queste le riflessioni di Fabio Pecchia alla vigilia della partenza per la Ciociaria:

«Frosinone? Partita impegnativa e importante, ma non è decisiva. Bisogna dare dei segnali e portare il nostro atteggiamento interno anche fuori casa, mentre nell’ultimo periodo è venuto meno. Contro la SPAL ho visto le cose fatte in un certo modo, anche se bisogna lavorare sui dettagli, che sono fondamentali. Penso sarà una partita bella vibrante, loro sono una squadra molto esperta che ha assunto una nuova identità rispetto all’andata. Vedo gli stimoli giusti per andare a fare la nostra gara. Giochiamo contro la capolista, prima con merito. A noi è venuta meno la continuità, questa è una gara che ci dirà se siamo in grado di affrontare trasferte di questo tipo. Primo posto? Noi dobbiamo aver semplicemente voglia di vincere, senza guardare la classifica. Tanto più riusciremo a metterla sul campo tanto più potremo mettere da parte le pressioni che abbiamo».

«Tiriamo molto, centrando poco la porta. Anche lunedì abbiamo creato molte situazioni ma relativamente pochi pericoli. Cambi tattici in attacco? Faccio sempre le mie valutazioni, quindi perché no. Anche cambiando bisogna mantenere la stessa voglia e la stessa aggressività. L’offensività non dipende dal numero di punte o di attaccanti schierati in campo, è una questione di voglia di entrare in area e fare gol. Ma contro la SPAL ho visto una bella partita contro una squadra forte e in un grande momento di forma, che siamo stati capaci di far chiudere nella propria area, perciò continuo a essere positivo. Vivo lo spogliatoio e la quotidianità della squadra e dell’ambiente, per questo il mio atteggiamento è diverso da chi vede dall’esterno. Contro l’Avellino è stata una partita vuota, ma lunedì la squadra ha reagito. Bisogna andare dritti e restare concentrati solo sul campo».

«Valuteremo tutti fino all’ultimo, c’è tempo fino a domani. I giovani? Hanno risposto alla grande in un momento così importante. Fares non giocava da tempo, Zaccagni è in crescita, così come Boldor, anche Cappelluzzo è entrato bene. Mi sembrava giusto sottolinearlo, saranno molto utili per il prosieguo della stagione. Bianchetti? Grande professionista, non ha mai avuto un atteggiamento sbagliato e sta facendo ottime cose. Giocare o meno non è per me una bocciatura ma solo la valutazione del momento e della gara. Boldor? Conosciamo il suo percorso, ora deve inserirsi gradualmente e sono contento del suo approccio. Sceglierò sempre in base all’avversario e al tipo di gara che dobbiamo fare. Dovesse giocare Bianchetti a Frosinone non sarebbe certo una sua bocciatura, quello che io cerco sono le energie di tutti. Troianiello? Ha bisogno di spazio, velocità. Probabilmente contro la SPAL non avrebbe avuto modo di esprimersi al meglio, era una gara da giocare alti con pochi spazi, ma sono certo che avrà modo di darci una grande grande mano nelle prossime partite. Franco Zuculini? Temperamento straordinario, grande impatto sulla partita e compagni di squadra. Vedremo tra oggi e domani il suo stato di forma».

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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