La carta costa. Se utilizzata per fare tanto rumore per nulla è puro spreco destinato al macero. L’editore della Gazzetta se ne dovrebbe preoccupare, perché un occhio vigile ai costi in tempi di Spending Review non dovrebbe mai venire meno.  L’inchiesta firmata venerdì da Roberto Pelucchi  e Marco Iaria  aveva la pretesa di suonare come campanello d’allarme e  farci sobbalzare sulle sedie. Obiettivo fallito, perché non ci siamo per nulla scossi. Il primo sentore è stato infatti quello di una furbata giornalistica, vale a dire la classica non notizia colorata di sensazionalismo.

La Rosea afferma che il Verona  avrebbe avuto accesso a un finanziamento di 18 milioni da un istituto di credito attraverso un’ operazione di factoring (termine finanziario per definire un anticipo sul credito). Pelucchi fa coincidere la cifra con il credito paracadute che spetterebbe al Verona in caso di mancata promozione, spingendosi poi a dipingere la società gialloblù in piena crisi di liquidità.  Gli fa eco il collega Iaria che allarga il caso ad altre società di serie B in pericolo. Il club di Via Belgio si sarebbe insomma fatto anticipare una corretta spettanza: lo avrebbe fatto in quanto con le casse vuote. Usiamo il condizionale perché dalla società del presidente Setti non solo è arrivata una secca smentita, ma pure l’intenzione di adire per vie legali al fine di tutelare la propria immagine. Qualcuno non la racconta giusta….vedremo presto chi. Poniamo (ed è tutto da dimostrare) che quanto sostenuto da Pelucchi sia vero: e allora? Quante aziende contraggono mutui, prestiti, finanziamenti, o come diavolo vogliamo chiamarli? Dov’è il problema…? E’ per caso diventato proibito? Se così fosse, se va bene saremmo rovinati. Lo sa il Pelucchi che al giorno d’oggi se non offri garanzie di solidità, in banca non ti danno più il becco di un quattrino? L’inchiestona rincara  la dose  parlando di “tensione finanziaria” in casa Hellas, club con il bilancio in nero, con i conti semestrali in ordine, e tra l’altro in lizza per ricevere il riconoscimento del FairPlay finanziario.

Il Verona FC ha il suo pool di bravi avvocati. Si difenderà. Non spetta quindi a noi scrivere arringhe difensive. Non abbiamo però l’abitudine di assistere inermi di fronte a casi di giornalismo strillato che mina la credibilità della categoria. Ci sarebbe tanto piaciuto che il primo quotidiano sportivo del paese si fosse spinto a fare gli stessi “Pelucchi” in casa di club molto più blasonati del nostro.  Il rifermento alla commedia del Closing milanista è tutt’altro che casuale, ma assolutamente voluto. Aggiungiamo che uscirsene con articoli come questi nel momento cruciale della stagione alla vigilia di una partita tanto delicata per nostri destini, è del tutto fuori luogo e di cattivo gusto. Detto questo, stringiamoci attorno a Pecchia e i suoi ragazzi in un ennesimo gesto d’amore: lunedì pomeriggio riempiamo il Bentegodi in ogni ordine di posto in modo tale che non ci sia un centimetro libero nemmeno per un “pelucco”. Vincere il derby e tornare in serie A è l’unica cosa che conta. Tutto il resto son “Pelucchi” e “(I)aria” fritta.

 

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