In una parola: PAZZESCO. Questo derby passerà alla storia per essere stato un elogio alla follia. E’ successo veramente di tutto. Partita di rara bellezza e intensità. Abbiamo perso il conto delle emozioni e quando ormai le cose per l’Hellas si erano messe al peggio, la squadra di Pecchia ha trovato allo scadere l’uno-due vincente prima con un’invenzione del sublime Bessa e poi con una zampata di Romulo all’ultimo secondo. Il Vicenza, autore di una prova gagliarda e coraggiosa, stava assaporando il gusto di un successo preziosissimo per la sua classifica, ora fattasi ancor più boccheggiante: sotto 1-2 dopo aver condotto a lungo la gara, il Verona quasi steso, ha saputo rialzarsi con la forza della disperazione e punire i cugini grazie a una combinazione che rimarrà chissà per quanto nell’album dei ricordi gialloblù.  Inutile dire che questa è una vittoria di vitale importanza in ottica promozione a tre gare dal termine. Lasciateci dire che è stato un pomeriggio di rara sofferenza, irrazionale e per questo bellissimo. Lo racconteremo un giorno ai nipotini. Ne vale la pena perché mentre battiamo i tasti proviamo ancora una grande emozione.

LA PARTITA – Zero compromessi: l’imperativo categorico sono i tre punti in un derby cruciale per la classifica. Sotto la pioggia in un Bentegodi gremito da oltre ventimila persone come nelle grandi occasioni, il Verona cerca l’allungo per la promozione diretta in Serie A, il Vicenza per allontanarsi dalle zone calde della retrocessione in Lega Pro. Tensione già molto alta al Bentegodi con il pullman del Verona che è stato preso a sassate dai tifosi del Vicenza al momento del suo passaggio davanti al settore ospiti dove già erano presenti gli ultras biancorossi. Pecchia rimpiazza l’indisponibile Bianchetti con Ferrari, al rientro dopo la squalifica. Bruno Zuculini si piazza davanti alla difesa affiancato a centrocampo dai polmoni di Fossati e la fantasia di Bessa; in avanti tris composto dal rientrante Siligardi, Luppi, e il bomber Pazzini. 4-3-3 anche per Torrente: Vigorito in porta, Pucino, Esposito, Adejo e D’Elia come linea difensiva; in mediana Gucher e Signori si muovono davanti alla difesa, con Bellomo più avanzato nel ruolo di rifinitore. In attacco la prima punta  De Luca è assistito da Giacomelli e Orlando sugli esterni.

Come da copione, il Verona assume subito l’iniziativa che passa dai piedi ispirati di Bessa; aggressivo il Vicenza in fase di pressing sui portatori gialloblù. Primo brivido per Vigorito al 14: Bessa calcia direttamente in porta una punizione dalla lunga distanza, il portiere biancorosso non trattiene e recupera la palla prima dell’arrivo di Pazzini. Al 16′ Siligardi semina il panico in area biancorossa, il suo sinistro finisce al lato deviato da un difensore, ma inspiegabilmente Abbattista non concede l’angolo. E’ il preludio al gol: al 20′ Bessa scarica su Siligardi che salta un avversario, si allarga e incrocia di sinistro di precisione nell’angolo. Andato sotto, il Vicenza esce dal guscio:  partita maschia ad alte frequenze come del resto un vero derby impone. Il Verona sembra poter controllare senza apprensione ma al 33′ gli ospiti trovano il pari con un destro a giro di Bellomo che s’insacca alle spalle di Nicolas proteso invano in volo. Per la provocatoria esultanza a sbeffeggiare i tifosi di casa, il numero 16 biancorosso si merita il giallo.  Sarebbe ora che certi stupidi atteggiamenti venissero puniti ancor più severamente. Accusato il colpo, il Verona cerca di riprendere in mano le redini della partita, ma fatica a trovare continuità e precisione nelle trame. Al 42′ Bessa regala spettacolo, salta avversari come birilli e batte di sinistro, la palla incoccia sul palo, la raccoglie Pazzini che ribadisce in rete. Tutto inutile perché il capitano è in fuorigioco seppur di poco. Il Verona insiste in avanti: Romulo tenta una spettacolare rovesciata ma non trova la palla. Abbattista manda tutti a prendere un tè caldo.

Si riprende sulle note del medesimo refrain: Verona a fare la partita, Vicenza chiuso e pronto a ripartire. Al 4′ pericolo per la porta dell’Hellas con Bellomo che su punizione cerca De Luca che chiuso da Nicolas non riesce a trovare spazio per la conclusione. Risponde l’Hellas due minuti dopo con un radente di Bessa bloccato a terra da Vigorito. Partita aperta con continui capovolgimenti d fronte.  La squadra di Pecchia sotto l’urto incessante del pubblico spinge alla ricerca del vantaggio. All’11 Bessa imbecca Siligardi il cui tiro è deviato da un piede biancorosso sopra la sbarra. Luppi, piuttosto opaco oggi, lascia il campo per Valoti; il ragazzo non fa nemmeno in tempo ad entrare che al 13′ su angolo Esposito svetta e batte di testa Nicolas. Per l’Hellas è un’autentica mazzata e rischia ancora grosso quando la corsa  di De Luca lanciato in contropiede verso Nicolas è interrotta da una provvidenziale diagonale di Ferrari. Tra le fila biancorosse esce Orlando ed entra Siega. Il Verona è un po’ in confusione e si affida ora alla rabbia e l’orgoglio. Torrente si cautela: Rizzo prende il posto dell’autore del primo gol vicentino Bellomo. Col Vicenza chiuso a riccio, in dieci dietro la linea della palla, per la squadra di Pecchia diventa maledettamente difficile trovare pertugi. Al 29′ Vigorito salva la porta togliendo con la punta delle dita un pallone diretto all’incrocio scagliato da Bessa. Cambi: De Luca esce Per Ebagua; Ganz entra per Zuculini. Il tempo passa, il Verona preme con grande volontà ma manca della necessaria lucidità. Al 40′ una palombella da posizione defilata di Siligardi fa il baffo al secondo palo. Pecchia si gioca l’ultima carta: dentro Troianiello per Caracciolo. Con l’Hellas al disperato arrembaggio Giacomelli si divora l’1-3 in contropiede. Sul fronte opposto Vigorito si salva due volte, prima su tiro dalla distanza di Bessa, poi su botta ravvicinata di Pazzini. Ma al 44′ nulla può sul fendente da fuori area di Bessa che fa esplodere il Bentegodi. Il recupero si gioca in una bolgia. Le emozioni non si contano più. Valoti svetta su traversone di Troianiello, palla alta. La chance buona ce l’avrebbe Ganz su torre di Pazzini, ma spedisce sopra la traversa. C’è ancora un solo pallone giocabile, quello dell’ultima speranza: lo sfrutta Romulo con un piattone al volo di rara bellezza su uno spiovente dalla destra che s’insacca sul secondo palo alle spalle di Vigorito. Lo stadio impazzisce. Quelli del Vicenza la prendono malissimo.  Non c’è più tempo. Finisce in rissa tra giocatori in mezzo al campo. Dispiace, perché certe cose non si dovrebbero mai vedere, ma se parliamo di calcio oggi abbiamo assistito a qualcosa d’indimenticabile.

Così Pecchia a fine gara: “partita bellissima, grande emozione. Una partita che rimarrà nel cuore dei nostri tifosi. Tre punti importanti contro una squadra che ci ha messo in difficoltà. Ha vinto la nostra volontà, la nostra determinazione. Bello ma ora pensiamo all’Entella. Non so cosa è successo alla fine. Perderemo qualche giocatore e mi dispiace”. 

 TABELLINO:

HELLAS VERONA-VICENZA 3-2

Marcatori: 20′ pt Siligardi, 34′ pt Bellomo, 14′ st Esposito, 44′ st Bessa, 48′ st Romulo.

HELLAS VERONA (4-3-3): Nicolas; Romulo, Ferrari, Caracciolo (dal 41′ st Troianiello), Souprayen; Zuculini B. (dal 31′ st Ganz), Fossati, Bessa; Siligardi, Pazzini, Luppi (dal 13′ st Valoti).
A disposizione: Coppola, Pisano, Boldor,Zaccagni, Fares, Cappelluzzo.
All.: Pecchia.

VICENZA (4-3-3): Vigorito; Pucino, Esposito, Adejo, D’Elia; Signori, Gucher, Bellomo (dal 24′ st Rizzo); Orlando (dal 20′ st Siega), De Luca (dal 31′ st Ebagua), Giacomelli
A disposizione: Costa, Bogdan, Doumbia, Bianchi, Zivkov, Cernigoi.
All.: Torrente.

Arbitro: sig. Eugenio Abbattista (sez. Aia Molfetta).
Assistenti: sigg. Lorenzo Gori (sez. Aia Arezzo) e Antonino Santoro (sez. Aia Catania).

NOTE. Ammoniti: Bessa, Souprayen, Zuculini B., De Luca. Spettatori: 20.848 (paganti: 10.650; abbonati: 10.198).

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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