Dopo l’oro di Elia Viviani e l’argento di Pippo Lanza, Michele Ferrarin regala la terza medaglia olimpica a Verona, conquistando l’argento nel triathlon alle paralimpiadi Rio. Il quarantacinquenne di San Martino Buon Albergo arrivava a Rio con il titolo mondiale conquistato a Chicago nel 2015, che ne faceva uno dei favoriti della prova olimpica. La sua prestazione non ha certo tradito le attese.rio-12359-kckf-u1090586695210hrf-1024x576lastampa-it-torino

Dopo aver chiuso al quarto posto i 700 metri della gara di nuoto, Michele è balzato al comando della classifica provvisoria facendo registrare il miglior tempo sui 25 km in bicicletta, chiusi con il tempo di 48″21. Nella conclusiva prova dei 5 km di corsa, Ferrarin ha dovuto subire il prepotente ritorno del britannico Andrew Lewis che sul traguardo lo ha staccato di 41″. Il veronese, visibilmente provato dalla fatica, è stato comunque bravissimo a chiudere la prova al settimo posto e soprattutto a contenere con le forze che gli rimanevano il veemente attacco del marocchino Mohamed Lahna precedendolo sul traguardo di appena 5″. Ferrarin così conquistato la medaglia d’argento con il tempo complessivo di 1h12’30”.

Annoverato in piscina tra i migliori ranisti italiani negli anni ottanta e novanta, nel 2009 a Michele Ferrarin fu diagnosticata un’atrofia muscolare spinale progressiva, che gli ha reso impossibile l’attività motoria del braccio sinistro e parte della gamba destra. Il Paratriathlon ha rappresentato per lui un nuovo inizio, culminato ieri con la soddisfazione più bella.

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Giornalista pubblicista con una particolare attenzione alle vicende dell’Hellas Verona, squadra che segue da bambino, dopo aver collaborato con la redazione sportiva del giornale L’Arena di Verona , è passato al Corriere di Verona. A Marzo 2015 ha pubblicato il suo primo libro, THOENI vs STENMARK. L’ULTIMA PORTA (Edizioni Mare Verticale), dedicato al leggendario slalom parallelo della Valgardena che assegnò la coppa del mondo di sci del 1975. Alla fine dello stesso anno è tornato in libreria con IL CAMERIERE DI WEMBLEY (Edizioni In Contropiede) il romanzo della prima indimenticabile vittoria della nazionale italiana nel tempio del calcio inglese nel 1973.

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